Dominio assoluto Mercedes a Silverstone, con Hamilton autore del Grand Chelem e Bottas 2°, grazie al problema alla gomma di Raikkonen sul finale.
Per Vettel (problema gomme negli ultimi giri anche per lui) e Ferrari gara difficilissima, con l’Ungheria che ci darà “il polso” sui rapporti di forza tra i due team di vertice.
Una Silverstone che meglio di così, per Lewis Hamilton, non poteva andare.
Vittoria di prepotenza, col rivale diretto, Sebastian Vettel, relegato al 7° posto, per la foratura (dovuto forse ad un precedente bloccaggio in frenata, mentre era intento a difendersi dall’attacco di Bottas), dell’anteriore sinistra Pirelli Yellow Soft (identici problemi per Raikkonen e Verstappen), con la vetta del Mondiale ora a solo 1 punto.
Ferrari che raggiunge comunque il podio (ma, senza il problema, sarebbe stato il secondo gradino) con Kimi Raikkonen, terzo, dietro ad un Bottas che, con differente strategia (stint iniziale con gomma Soft, facendo attenzione a preservare le coperture), arriva subito dietro al compagno di team, nonostante le 5 posizioni d’arretramento in griglia dovute alla sostituzione del cambio.
Andando ad analizzare le prestazioni velocistiche delle monoposto, sulla pista forse più congeniale di tutto il campionato, la Mercedes è stata inavvicinabile, con un vantaggio medio, in condizioni “normalizzate”, di circa 4 decimi sui più diretti inseguitori, sia sul giro secco che sul passo di gara. Senza più mostrare, cosa forse più importante, quei problemi d’inizio stagione nella gestione gomme.
Per Ferrari invece, su una pista comunque non favorevole alle caratteristiche della SF70-H, sono suonati alcuni “campanelli d’allarme”.
Proprio là dove aveva il suo punto di forza, ovvero nella prestazione e gestione pneumatici in gara, la Ferrari ha mostrato, oggi, di essere dietro alla Mercedes anche sotto quest’aspetto (oltre a quello dell’inferiore prestazione in qualifica e delle velocità di punta più basse rispetto a quelle della W08 Hybrid).
La nuova Power Unit specifica 3 non è sembrata, qui a Silverstone, all’altezza di quella, pari specifica, portata dalla Casa di Stoccarda.
Ma, forse, i rapporti di forza tra i due team si stanno decidendo in fabbrica, e più precisamente al simulatore ed ai banchi dinamici. Proprio qui sembra che, dal Canada in poi, qualcosa sia cambiato.
Pare che Mercedes (ma anche Red Bull, che, lentamente, sembra farsi via via più vicina, almeno nella prestazione in gara) riesca a trovare il “bandolo della matassa” del setup della vettura più agevolmente, con una progressione costante e continua, mentre gli uomini di Maranello, molte volte, sono costretti a modificare radicalmente i setup provati in pista al venerdì, dovendo fare i “salti mortali” per il sabato (che, come visto oggi, non sempre riescono).
Segno che, dal punto di vista simulativo, in GeS non riescono ancora ad essere al pari dei migliori.
Fondamentale, a questo punto, la “prova d’appello” del prossimo Gran Premio d’Ungheria.
Su una pista assolutamente favorevole, per caratteristiche del tracciato (e sfavorevole, sulla carta, alla Mercedes), la Ferrari dovrà rispondere con un risultato convincente (magari grazie anche ad un nuovo pacchetto aerodinamico, di cui si vociferava nelle scorse settimane).
Una vittoria Mercedes, infatti, potrebbe essere una “brutta botta” per le ambizioni da titolo delle Rosse.
Per concludere due appunti: i problemi accusati dalle due Ferrari e da Verstappen con le gomme Pirelli Soft (il più grave quello del finlandese, con una delaminazione assolutamente preoccupante) andranno assolutamente verificati dalla Casa della Bicocca, soprattutto dopo che, col pieno di carburante, nel suo primo stint Bottas aveva compiuto con le medesime coperture ben 33 giri senza il minimo accenno di problema.
E poi l’ennesimo “disastro” confezionato da Daniil Kvyat, che ha messo fuori gara l’incolpevole team-mate Carlos Sainz. Forse è arrivato il momento, da parte di Franz Tost, boss Toro Rosso, ed Helmut Marko, gran capo dei piloti “marchiati” Red Bull, di togliere il volante della STR12 dalle mani del pilota russo, che ha già goduto di troppo credito in Formula Uno, visti i suoi numerosi “misfatti”.
di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)