Secondo le indiscrezioni di Racefans.net, Red Bull avrebbe richiesto uno stop solo parziale allo sviluppo delle Power Unit, che potrebbero essere sottoposte ad un sistema di Balance of Performance.

La riunione della F1 Commission tenutasi lunedì, oltre a confermare la bozza del calendario 2021, ha segnato l’inizio delle discussioni per quanto riguarda la questione Power Unit. I propulsori sono tornati nell’occhio del ciclone dopo l’annuncio dell’addio al circus di Honda, che lascia Red Bull ed AlphaTauri alla ricerca di una soluzione per proseguire in F1 dal 2022. L’esito ideale per il team anglo-austriaco sarebbe un’anticipazione al 2022 del congelamento degli sviluppi dei motori, inizialmente previsto per il 2024. Ciò permetterebbe ai due team di mantenere il propulsore giapponese, occupandosi esclusivamente della produzione e della manutenzione. Questa proposta informale ha subito riscontrato il favore della Mercedes, forte della miglior Power Unit del circus, mentre la Ferrari, il cui motore è invece il peggiore, è contraria. Il disaccordo tra le parti ha quindi creato la necessità di trovare un punto d’incontro.

Formula 1 ibrida

Secondo le indiscrezioni raccolte da Racefans.net, per cercare di convincere il costruttore italiano e la Renault, Red Bull avrebbe dunque avanzato una nuova proposta. Questa prevederebbe un congelamento solo parziale dei propulsori, attraverso l’introduzione di un sistema in stile Balance of Performance. Un possibile funzionamento di suddetto sistema è stato rivelato, sempre a Racefans, dal Team Principal di AlphaTauri Franz Tost: “Se consideriamo che Mercedes ha un vantaggio che va da tre a cinque decimi sugli altri, è facile calcolare quanta benzina in meno dovrebbero imbarcare così da equiparare le prestazioni”.

La testata inglese ha confermato che la questione Red Bull è stata discussa nella riunione di lunedì, dove tuttavia non è stata presa una decisione. L’azienda austriaca, per ragioni organizzative, avrebbe comunque preteso una risposta definitiva entro due settimane. Lo scoglio più duro resta l’opposizione della Ferrari: Mattia Binotto, infatti, ritiene la questione di secondaria importanza, dato che nel regolamento è già presente una norma a tutela dei team che non hanno un accordo per la fornitura del motore entro giugno 2021. In questo caso il costruttore con il numero minore di clienti, quindi Renault, sarebbe costretta a concedere i suoi motori a Red Bull e AlphaTauri.

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