I timori legati a possibili rotture della Power Unit rappresentano uno dei motivi principali per cui le prestazioni della Ferrari sono calate.

Ad inizio stagione la Ferrari sembrava avere tutte le carte in regola per poter contendere il titolo alla Red Bull, ma così non è stato. I motivi che stanno dietro alla fine delle speranze mondiali sono ben noti: la crescita vertiginosa della scuderia di Milton Keynes, gli sviluppi poco efficaci portati per la F1-75, gli svarioni a livello strategico, qualche errore dei piloti e molto altro. Il fattore che ha maggiormente influito, però, è un altro: la mancanza di affidabilità della Power Unit realizzata a Maranello. La Rossa ha infatti subito alcune pesanti rotture nella prima metà di stagione, perdendo punti preziosi in quella che ormai è divenuta una sfida per la seconda posizione nel Campionato Costruttori con la Mercedes.

Dopo un inizio di stagione in cui la F1-75 pareva molto affidabile, i guasti sofferti da Charles Leclerc in Spagna e Azerbaigian e l’incendio scoppiato sulla vettura di Carlos Sainz in Austria hanno segnalato chiaramente che la Ferrari ha dei problemi sulla sua Power Unit, il cui risolvimento, come affermato anche da Mattia Binotto, richiede del tempo. Ai punti persi in quelle circostanze, si devono poi sommare quelli lasciati per strada a causa degli arretramenti in griglia per superamento del limite di componenti della Power Unit: al monegasco sono infatti già state inflitte tre penalità in Canada, Belgio e Stati Uniti, mentre lo spagnolo è partito dal fondo nei GP di Francia e Italia e potrebbe essere costretto a farlo anche in Brasile.

Inoltre, il paragone con le dirette rivali, Red Bull e Mercedes, dà un quadro preoccupante. La scuderia di Milton Keynes e Honda hanno infatti individuato e corretto molto rapidamente i problemi che hanno fermato Max Verstappen e Sergio Pérez in Bahrein e poi di nuovo l’olandese in Australia, rendendo la RB18 uno dei punti di riferimento per quanto riguarda l’affidabilità. Nelle ultime diciassette gare, infatti, ha subito un solo ritiro per problemi tecnici a danno del messicano, fermato da un guasto al cambio in Canada. Di conseguenza, Verstappen ha preso una pesante penalità in griglia solo in Belgio, oltre a cinque ininfluenti posizioni a Monza, dove invece Pérez è partito dal fondo. Con Mercedes, invece, non c’è partita: la Stella non ha subito nemmeno un ritiro per problemi di affidabilità, e solo Lewis Hamilton (nel GP d’Italia) è andato in penalità.

Le conseguenze da considerare vanno però oltre la sola perdita di punti nel confronto coi rivali. E’ chiaro che la Ferrari, per evitare ulteriori problemi, ha tirato giù la potenza del suo V6, che ad inizio stagione era considerato il miglior propulsore in griglia. I problemi di affidabilità si sono ripresentati, senza eclatanti rotture, nel recente GP del Messico, dove il Turbo della F1-75 non poteva esser fatto funzionare al massimo del suo potenziale per l’elevato rischio di guasti generato dalla rarefazione dell’aria ad oltre 2000m sul livello del mare. Il risultato è stata una gara mediocre, in cui la Rossa è sembrata più quella del 2021 piuttosto che la prima antagonista della Red Bull. Se in vista della stagione 2022 gran parte del focus è andato sulle prestazioni, per il 2023 dunque la priorità sarà un’altra: mettere a posto l’affidabilità, per evitare altre gravi emorragie di punti.

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