La Mercedes nel produrre la W15 che quest’anno solcherà le piste del mondiale di Formula 1 ha abbandonato i concetti che erano stati posti come fondamenta per la W13 e W14 per puntare tutto su un approccio più tradizionale. Nonostante questo la vettura di Brackley non sembra ancora essere nella sua migliore forma fisica, stando anche alle dichiarazioni dei suoi stessi piloti, Hamilton stesso l’ha definita “inguidabile” e sono in molti ora a chiedersi, lecitamente, se il britannico non abbia davvero messo a segno un colpo da maestro nel passare a Ferrari il prossimo anno.

Il problema che si riscontra all’interno della Mercedes è la distanza galattica che separa i dati del simulatore da quelli della pista, nel primo caso infatti la W15 parrebbe anche essere una vettura davvero performante, peccato che nel passaggio poi da simulatore a pista si perda 1 secondo, che in Formula 1 equivale a dire che si è perso sostanzialmente tutto il vantaggio che si millantava a computer. C’è anche stato chi, vedi le ultime dichiarazioni di Gary Anderson, ha ipotizzato che l’intero team non abbia davvero capito a fondo l’effetto suolo, e questo con enormi ripercussioni a livello di progettazione prima e concretezza delle performance poi.

C’è chi pensa, tra gli uomini di James Allison, che il problema di correlazione dati sia dovuto alla sospensione posteriore, il che sembrerebbe derivare addirittura dal decennio precedente quando però tale scompenso non sembrerebbe essere stato così evidente a causa delle netta superiorità tecnica mostrata dalle monoposto firmate Mercedes della prima era turbo-ibrida.

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