INTRODUZIONE AL CIRCUITO DI IMOLA

Un primo incredibile tracciato attende i piloti di formula 1 nella stagione 2021, che anche quest’anno hanno di che divertirsi tra le curve dei più famosi percorsi della storia. Quanto in attesa non sarà da meno: Imola è veramente ricco di ricordi. A volte non belli, a volte tristissimi, ma comunque memorie degne dell’heritage del campionato più famoso del mondo.

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La pista, del resto, si mostra all’altezza delle aspettative e già dall’interpretazione tecnica, si capisce che non sarà facile settare le auto nel modo corretto.

I CAMBI DI DIREZIONE

Sono due le parti di pista che si contraddistinguono tra di loro: la prima, velocissima, piena di chicane ad alta velocità, e la seconda, assai più tortuosa. Salite, Discese e curve a 90° rendono più complessa la guida.

In tal senso, si può quindi notare una certa variabilità lungo il tracciato.

Dal grafico precedente si trova una conferma di quanto appena detto: le curve tra loro sono abbastanza differenti, ma si identificano prevalentemente due gruppi distinti. Un primo di curve assai più brevi, ed un secondo con cambi di direzione a gomito. L’unico tornante della pista separa queste due metà.

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Nella prima porzione di tracciato non ha nemmeno senso parlare di raggi di curvatura, perché l’apertura dei tratti curvilinei è tale da permettere comunque buone percorrenze dei veicoli. In questa parte di pista, non è necessaria una deportanza cosi alta, perché la velocità del flusso rispetto alla macchina è tale da dare già molto carico aerodinamico. Ad ogni modo, ecco una panoramica dei raggi di curvatura della pista.

Nella seconda parte, poi, le curve sono cosi strette che anche con alettoni ad alta incidenza non si svilupperebbero spinte al suolo degne di nota.

IL RETTILINEO PRINCIPALE DI IMOLA

Sono molti i tratti dritti della pista e alcuni anche abbastanza lunghi. 4 di questi superano i 550 metri e si percorrono partendo già da alte velocità di immissione, quindi la resistenza aerodinamica influisce molto. Meglio tenere basse le incidenze.

Soprattutto il primo, lungo 1300 metri, precede la porzione di pista discussa prima e ricca di curve ad alta velocità. rende ancora più importante tenere bassa la resistenza aerodinamica, specialmente per difendersi il più possibile dagli attacchi di chi usa il DRS.

ANALISI TEMPI

Di un minuto e 20 secondi, circa 53 sono passati su un tratto dritto.

Questo rende Imola una quasi Monza!

Significherebbe infatti che il 67% del tempo è a gas spalancato. Il restante in curva, ma con metà di queste assai veloce e breve.

Pista da alta velocità e basso carico, o meglio, il più basso possibile.

CONCLUSIONI.

Come appena detto, confermo, circuito da carico medio e, per chi potesse, medio basso.

Pista da auto che abbiano assetti anche abbastanza rigidi e impianti sospensivi capaci di smorzare le oscillazioni durante i veloci cambi di direzione: l’effetto pendolo tra le molte chicane del circuito è garantito.

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Se dovessi scegliere, visto che lungo i rettilinei il fondo piatto si allinea particolarmente bene rispetto al suolo, punterei assai di più sugli angoli RAKE piuttosto che sull’inarcamento degli alettoni. Sospensioni rigide con ammortizzatori particolarmente smorzanti completano il pacchetto.

Questo, mi permetto di avanzare una ipotesi, aiuterà molto RedBull quest’anno…e molto poco la Mercedes.

A presto con altre notizie di tecnica, dall’ing. Alberto Aimar

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