Sono stati avviati i primi contatti tra McLaren e Honda per un possibile ricongiungimento in Formula 1.

McLaren e Honda avevano già lavorato insieme all’inizio dell’era dei turbo-hybrid, dal 2015 al 2017, interrompendo prematuramente il loro accordo causa le scarse prestazioni e la carente  affidabilità dei motori.

Honda è passata a Red Bull e, dopo aver compiuto notevoli progressi, ha portato la scuderia e Max Verstappen a conquistare due titoli consecutivi (nel 2021 e 2022).

Lato Honda il brand si sta interrogando sull’eventuale impegno nel diventare fornitore di motori in base ai regolamenti che disciplineranno la costruzione del propulsore ed eventualmente con  chi collaborare. McLaren, dal canto suo, sta valutando se rimanere cliente Mercedes anche dopo il 2025. Alla luce di questo possiamo dedurre che le conversazioni sul possibile  ricongiungimento McLaren-Honda in ottica 2026 siano in una fase estremamente iniziale.

Nel 2020 Honda ha comunicato la volontà di abbandonare ufficialmente la F1 alla fine del 2021 a causa della decisione aziendale di concentrare le risorse finanziarie e tecniche sullo sviluppo di tecnologie a zero emissioni per il settore automobilistico, ma ha accettato di continuare a fornire motori ai due team Red Bull fino alla fine del 2025.

Il costruttore giapponese, però, ha iniziato a ripensarci. In parte perché ha assunto un nuovo amministratore delegato, in parte per il significativo successo che ha iniziato a riscuotere con la Red Bull (se siete interessati all’argomento potete leggere il nostro approfondimento).

Dopo aver seguito molto attentamente le discussioni sulle regole 2026, alla fine dello scorso anno, Honda ha formalmente registrato il proprio interesse per questo sport presso la FIA posizionandosi al fianco di Red Bull Ford, Audi, Mercedes, Ferrari e Alpine (Renault) come sesto potenziale produttore di motori.

Il prossimo ciclo di regole sui motori potrebbe essere più compatibile con gli obiettivi di neutralità dell’azienda nipponica. Gli ibridi funzioneranno infatti con carburanti 100% sostenibili e sintetici; questo unito ai sistemi di recupero dell’energia che avranno un aumento significativo della potenza elettrica in uscita non potranno che fare il gioco di Honda.

La registrazione presso la FIA, per quanto si tratti di un passaggio fondamentale, significa solo che i costruttori sono coinvolti nelle discussioni e che, nel caso in cui decidano di prendere parte alla F1, la loro iscrizione sarà più semplice.

Red Bull non poteva certo aspettare e si è già garantita un partner con il quale lavorare in ottica 2026. A partire da quest’anno, infatti, sarà Ford a doversi interfacciare con la RedBull Powertrains.

Con i capitali che Red Bull ha investito per prepararsi a costruire il proprio motore, qualsiasi collaborazione con Honda avrebbe dovuto essere alle condizioni dettate dai campioni in carica: un probabile impegno finanziario, la rinuncia a qualsiasi contributo significativo per il V6 e, quindi, la possibilità di essere un partner solo ibrido.

Mentre Ford è chiaramente soddisfatta di un simile accordo, Honda non ha voluto o potuto dare una risposta a Red Bull con sufficiente rapidità. Red Bull ha infatti annunciato che lavorerà con Ford per le regole dei nuovi motori.

Poiché le discussioni tra Red Bull e Ford si sono svolte nell’ultima parte del 2022, è molto probabile che Honda abbia registrato il suo interesse per le nuove regole già sapendo che qualsiasi progetto per il 2026 non sarebbe stato con Red Bull. Accettando quindi consapevolmente la necessità di trovare un’altra squadra.

Anche se altri team indipendenti, come Williams, sono stati contattati, un accordo con la McLaren sarebbe il più utile visto come si è conclusa la precedente partnership.

Dopo la scissione, sia la McLaren che Honda sono andate migliorando. La leadership di entrambe le aziende è diversa rispetto a quella di fine 2017 e anche il modo di lavorare si è evoluto. Quello che ancora non si sa è se i rapporti tra le due aziende siano cambiati a sufficienza per tornare a lavorare insieme.

Questi primi contatti non garantiscono alcuna preferenza da parte di McLaren. L’amministratore delegato di McLaren Racing, Zak Brown, vorrà sicuramente definire al più presto la direzione da intraprendere per il 2026 ed è facile che stia solo vagliando le possibili alternative. Per citarne una, sembra che abbia visitato anche lo stabilimento Red Bull Powertrains.

Forse è un po’ azzardato pensare che la nuova struttura Red Bull – Ford abbia la capacità di rifornire un terzo team (oltre a Red Bull Racing e AlphaTauri), ma Christian Horner ha già dichiarato il desiderio di essere attrezzato per rifornire eventuali clienti.

L’altra possibilità per la McLaren sarebbe quella di valutare anche il nascente assetto Audi che sta costruendo un motore per il 2026 e acquistando il team Sauber (ora è gestito dall’ex team principal della McLaren, Andreas Seidl).

Rimane in piedi anche la possibilità che McLaren continui semplicemente a collaborare con l’attuale fornitore Mercedes (partnership rilanciata nel 2021).

“Siamo molto soddisfatti della Mercedes”, ha dichiarato Brown nel novembre 2022 “Sono convinto che si possa vincere un campionato del mondo con un motore cliente. È ovvio che essere un team ufficiale comporta dei vantaggi, grazie alle conoscenze avanzate di cui si dispone. Abbiamo un contratto a lungo termine con la Mercedes, siamo molto soddisfatti della collaborazione”.

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