F1 – Honda, fa un altro scivolone e annuncia la partnership con Red Bull appena prima che i campioni in carica rendessero pubblico l’accordo siglato con Ford.

Il dubbio è persistito fino a venerdì scorso, data in cui la FIA ha ufficializzato la lista dei costruttori (power unit) 2026, ma ora possiamo affermarlo con certezza: Honda si schiererà sulla griglia di partenza. 

Non è la prima volta che il marchio nipponico si comporta in modo equivoco. Probabilmente la causa è da ricercarsi nel continui cambi al vertice aziendale che stravolgo la strategia. Cercare di capire qualcosa di quanto fatto negli ultimi 15 anni dal costruttore giapponese è una vera sfida visto che la strategia pare non avere nessun filo logico.

Ad approvare il ritorno della Casa giapponese in Formula 1, passata alla sfida “ibrida”, fu Ito Takanobu, che annunciò il programma nel 2013.

Poco dopo l’esordio in pista con la McLaren il suo ruolo fu però assunto da Takahiro Hachigo, al quale si deve la decisione del 2020. Un anno dopo la poltrona di CEO è passata a Toshihiro Mibe, che ha voluto il ritorno annunciato ufficialmente la scorsa settimana.

Prima del ritorno ufficializzato venerdì scorso, l’ultima comunicazione della casa di Tokio è datato 2 ottobre 2020, data in cui, tramite una dichiarazione che colse di sorpresa tutti, venne annunciato il clamoroso addio.

“Il nostro obiettivo è diventare carbon-neutral entro il 2050 e le scelte che stiamo facendo puntano in quella direzione”. Aveva dichiarato l’allora CEO, Takahiro Hachigo. Tra queste scelte, almeno ufficialmente, c’era anche la cancellazione del programma sportivo Formula 1.

Il tempismo non poteva essere peggiore. La dichiarazione ha infatti fatto passare in secondo piano la sfida tecnica giocata tra Honda e Mercedes proprio nella stagione 2021, ovvero quella in cui la Red Bull e Max Verstappen hanno centrato il titolo mondiale piloti. L’attenzione si è invece concentrata maggiormente sul countdown che avrebbe dovuto portare il costruttore alla fine dei suoi giorni in questo sport dopo ben 15 anni.

Un enorme passo falso, soprattutto considerato l’enorme sforzo (tecnico e finanziario) iniziato nel 2015, anno del debutto della power unit giapponese sulla McLaren.

La storia di Honda in F1 non è sempre stata rose e fiori. Il costruttore ha anche vissuto momenti umilianti come il celebre “Gp2 engine” pronunciato via radio da Fernando Alonso a Suzuka. Per non parlare della conclusione del rapporto con McLaren, passata “per disperazione” al motore Renault.

Per cercare di rimanere avvinghiato alla F1, il marchio  giapponese si era aggrappato alla Sauber, venendosi poi scaricato anche anche da loro. Il salvataggio è stato reso possibile, in extremis, solo grazie ad AlphaTauri, che si è successivamente dimostrata la porta d’ingresso per l’universo Red Bull.

Alla fine, nonostante le circostanze si fossero rivelate migliori di qualunque prospettiva e dopo nono poche difficoltà, a Tokio sono stati capaci di farsi da parte proprio alla vigilia del titolo mondiale, uscendo dalla luce dei riflettori in una stagione tra le più entusiasmanti nell’intera storia della Formula 1.

I giochi erano chiusi e, nonostante girasse qualche rumor rispetto ad un possibile ripensamento, la Honda sembrava fuori.

Non era credibile pensare che avessero cambiato idea, non avrebbe avuto senso fare marcia indietro…e invece era tutto vero.

A rendere il tutto ancora più incredibile si aggiunge il fatto che, dopo essersi fatta da parte nelle stagioni in cui ha vinto un suo motore, la Honda ha annunciato ufficialmente il ritorno senza avere in mano un accordo con una squadra.

Sono quindi riusciti a perdere il rapporto con Red Bull, la migliore opzione possibile per un Costruttore di motori, visto che nel frattempo Christian Horner si è accordato con la Ford.

Al momento l’unica certezza è che nella sede di Sakura sarà progettata e realizzata una power unit a norma con i regolamenti 2026. Il grosso punto interrogativo è sul team che la porterà in pista.

Indiscrezioni riportano che sulla scrivania dei dirigenti nipponici ci sia anche un programma “full”, ovvero l’acquisto di Williams per presentarsi il 5 marzo (data del primo Gran Premio datato 2023) con un team “made in Honda”. 

Anche questa scelta sarebbe un “rispolverare vecchie idee”, che andrebbe a riprendere il programma interrotto il 5 dicembre 2008, quando l’allora CEO, Takeo Fukui, annunciò l’immediato abbandono di tutte le attività legate alla Formula 1.

Una decisione passata alla storia coma una delle più infelici di questo sport.

Il team principal dell’Honda F1 team, Ross Brawn, non si perse d’animo e mise a segno un capolavoro di business e gestione aziendale, rilevando la squadra per 1 sterlina e rinominandola Brawn GP.

A fine anno Jenson Button e la Brawn GP furono campioni del mondo con il motore Mercedes, e Brawn cedette la squadra alla Stella per 100 milioni di sterline…

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