In un’intervista a Der Spiegel, il consigliere di Red Bull ha criticato duramente l’operato della Federazione, finita nell’occhio del ciclone a causa del patto segreto con Ferrari e del caso-Racing Point.

Il 2020 sarà certamente un anno che le alte sfere della FIA vorranno mettersi alle spalle al più presto. L’organo che governa il motorsport, infatti, è stato spesso al centro delle polemiche per quanto riguarda il suo operato in F1, a partire dal misterioso patto segreto con la Ferrari, che ha fatto infuriare tutti i team rivali della Rossa durante i test invernali. La Federazione ha poi dovuto affrontare, come del resto il mondo intero, la pandemia di Covid-19, che ha causato la cancellazione o la posticipazione di moltissimi eventi motoristici. Infine, a poche settimane di distanza dal ritorno alle corse, è scoppiato il caso-Racing Point, condannata per aver montato sulle RP20 di Pérez e Stroll dei brake ducts illegali, poiché proprietà intellettuale di Mercedes, ma autorizzata a mantenerli sulla propria vettura. Una sentenza che inizialmente non è stata accettata da Ferrari e Renault, che hanno deciso di presentare appello. Un appello sorprendentemente ritirato dal team francese nella serata di ieri.

Racing point FIA

Racing point FIA

Tra i più grandi oppositori dell’operato della Federazione in questa stagione, non poteva mancare Helmut Marko. Il consigliere dei team Red Bull, da sempre molto diretto nelle sue dichiarazioni, ha criticato molto duramente la FIA in un’intervista alla rivista tedesca Der Spiegel: “La FIA non ha più intenzione di punire i team. La sentenza sul copygate è un compromesso che non rende chiaro se la Racing Point sia legale oppure no. Inoltre, è ovvio che per copiare così bene una vettura di F1 non bastano le fotografie. Per fare un lavoro di tale portata servono i dati e i disegni di Mercedes. In questo momento la FIA deve fare chiarezza“.

Ferrari

Oltre al caso della “Mercedes Rosa”, Marko ha puntato il dito contro la Federazione in merito al criticatissimo patto segreto sulla Power Unit Ferrari che la FIA e la Scuderia italiana hanno siglato prima dell’inizio della stagione 2020: “Nessuno è riuscito a comprendere il perché di quel patto. Se non ci fosse stata nessuna irregolarità sulla Power Unit Ferrari, non ci sarebbe stato bisogno di realizzare un accordo riservato. Il fatto interessante è che in Austria tutte le vetture spinte dal motore Ferrari sono state tra 0.8″ e 1.2″ a giro più lente rispetto alla stagione precedente. Se la Ferrari avesse perso il secondo posto nel mondiale costruttori, Red Bull avrebbe ricevuto venti milioni di dollari in più”.

 

 

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