Gli stewards hanno emanato la sentenza sul caso Racing Point, infliggendo al team anglo-canadese una multa salata e una penalizzazione in classifica.

E’ finalmente arrivata la sentenza sul caso Racing Point, le cui vetture sono state oggetto di protesta da parte di Renault al termine degli ultimi tre Gran Premi. Il team anglo-francese, infatti, riteneva i brake ducts delle RP20 illegali, poiché proprietà intellettuale di Mercedes e non di Racing Point, che avrebbe dovuto progettarli e realizzarli autonomamente.

Dopo l’udienza di mercoledì, ecco la sentenza della FIA: alla Racing Point viene inflitta una multa di €400.000 (€200.000 per macchina) e una penalizzazione di 15 punti nella classifica Costruttori. La multa e la penalizzazione fanno riferimento solo alla prima protesta, lanciata da Renault dopo il GP della Stiria. La decisione sulle proteste del GP di Ungheria e Gran Bretagna è invece una reprimenda nei confronti del team anglo-canadese.

Resta da capire cosa accadrà in futuro: Racing Point potrebbe appellarsi all’ICA (la corte d’appello internazionale), ma se nel frattempo dovesse schierare i brake ducts illegali sulle RP20 nei prossimi Gran Premi, rischierebbe un’ennesima protesta da parte di Renault e una penalità molto più grande di quella inflitta oggi dalla FIA. Renault può dirsi soddisfatta del risultato dei reclami, così come McLaren e Ferrari che hanno sostenuto indirettamente le proteste. Nessuna conseguenza per Mercedes, che aveva semplicemente venduto i propri brake ducts a Racing Point nel 2019 prima che questi diventassero Listed Parts nel 2020.

 

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