Una lettera di Chase Carey al governatore di Rio De Janeiro annuncia che il GP del Brasile di F1 non si correrà più ad Interlagos, ma proprio nella città carioca. La storia non conta più nulla.

Il Circus della massima formula ha ormai preso la strada del baratro, che si appresta a portarla sempre più in basso, fino a scomparire. Una lettera inviata da Chase Carey al governatore di Rio De Janeiro ha confermato che il GP del Brasile di F1 non si correrà più ad Interlagos, spostandosi nella megalopoli carioca. Mancano pochi dettagli per chiudere l’accordo, ma sempre che il destino della pista di San Paolo sia ormai segnato, cedendo il passo a quello che sarà l’ennesimo, orrendo circuito moderno.

Liberty Media ha preso in mano le redini della categoria regina del motorsport a fine 2016, in un periodo già segnato dal dominio Mercedes. In pochi anni, gli americani hanno ridotto il nostro sport ad una barzelletta, governata da regole assurde ed in cui si corre in tracciati ricchi di curve a 90 gradi, vie di fuga lunghe chilometri e rigorosamente in asfalto, e zero possibilità di sorpasso. Soltanto il Covid ha costretto a rivedere i piani, rispolverando piste meravigliose nel 2020 come Mugello, Nurburgring, Portimao, Imola ed anche Istanbul, forse il tilkodromo più bello che esista.

I soldi hanno evidentemente dato alla testa di chi ha in mano le redini di questo sport, ed ormai in molti non sembrano interessanti ad investire in quello che è soltanto mero business. La Honda ha rinunciato alla fornitura delle power unit, rinnovando però per ben dieci anni il proprio contratto con la Indycar. I costruttori ufficiali sono soltanto Mercedes, Ferrari e Renault, ma presto potrebbe cambiare nuovamente tutto. Nessuna factory è alla finestra, con le grandi case che si sono concentrate sulla Formula E, come Mercedes, BMW, Porsche, Audi, Jaguar, o nel FIA WEC come Toyota e Peugeot. La folle idea del turbo-ibrido, unito all’impossibiltà degli sviluppi sulle monoposto e la dittatura della premiata ditta Lewis Hamilton e Toto Wolff sta allontanando tutti dalla F1, ormai seguita da pochissimi appassionati. Stefano Domenicali diverrà a breve il nuovo CEO, e tutte le speranze per una rinascita sono riposte in lui.

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