Riccardo Musconi, Head of Trackside Performance della Mercedes, ha approfondito le cause del terribile weekend di San Paolo per la Stella.

Dopo due weekend molto incoraggianti ad Austin e Città del Messico, il trittico di gare americane si è concluso nel peggiore dei modi per la Mercedes. Lo scorso weekend la Stella ha infatti messo in scena la peggior performance dell’anno, tanto che Toto Wolff ha definito “ingiustificabile” quanto visto a San Paolo. La W14 ha rappresentato la quinta/sesta forza a Interlagos, dove nel 2022 aveva conquistato la sua unica vittoria dalla rivoluzione regolamentare ad oggi. Dodici mesi dopo, invece, Lewis Hamilton si è dovuto accontentare di un modesto ottavo posto dopo aver passato la gara a gestire gli pneumatici, mentre George Russell si è ritirato precauzionalmente per problemi di surriscaldamento della Power Unit. A qualche giorno di distanza Riccardo Musconi, ex ingegnere di pista del numero 63 e oggi Head of Trackside Performance della Stella, ha analizzato cosa non ha funzionato in Brasile dal punto di vista tecnico.

Mercedes Brasile
Foto: Mercedes-AMG via Twitter

“Al venerdì il nostro passo gara era convincente…” – ha esordito l’ingegnere italiano sul canale YouTube della scuderia di Brackley – “…quindi non pensavamo che ci fosse bisogno di modificare la vettura. In Qualifica abbiamo chiuso in terza fila e non eravamo soddisfatti: pensavamo di meritare di più. Il campanello d’allarme ha iniziato a suonare nella Sprint Race: nonostante un ritmo incoraggiante nei primi giri, la macchina soffriva molto il degrado delle gomme, soprattutto sull’asse posteriore. A quel punto abbiamo iniziato ad essere preoccupati in vista di domenica, quindi abbiamo organizzato una sessione al simulatore in sede. Essendo già in parco chiuso a causa del format Sprint, abbiamo analizzato i parametri modificabili, ma non avevamo molto spazio di manovra. […] Forse siamo stati troppo conservativi con l’altezza da terra dopo quanto avvenuto ad Austin, ma non crediamo che rappresenti la causa di tutti i mali di cui abbiamo sofferto questo weekend.”

Musconi ha sottolineato che le contromisure adottate tra sabato e domenica dalla Mercedes hanno generato nuovi problemi sulla W14: “Speravamo che per risolvere i problemi di sabato fosse sufficiente gestire un po’ di più nei primi giri degli stint e giocare con l’incidenza dei flap, ma domenica il risultato è stato desolante e simile a quello del giorno prima. Abbiamo migliorato un po’ il degrado sull’asse posteriore, ma allo stesso tempo abbiamo iniziato ad avere molto sottosterzo. Per questo motivo la monoposto non aveva ritmo e non siamo riusciti a lottare nelle prime posizioni. […] Non abbiamo mai preso in considerazione la possibilità di modificare l’assetto e partire dalla pit lane alla domenica, perché per raggiungere il gruppo e effettuare sorpassi si rovinano gli pneumatici.”

L’ingegnere italiano ha poi usato parole rassicuranti sul problema alla Power Unit che ha portato al ritiro di Russell: “In poche parole, il motore è a posto e George monterà una Power Unit diversa, già utilizzata questa stagione, nelle ultime due gare. Il propulsore montato ad Interlagos era alla sua ultima apparizione. Abbiamo deciso di richiamarlo ai box perché abbiamo visto alcuni dati preoccupanti legati a pressioni e temperature. Ad un certo punto eravamo convinti che mancasse poco ad una rottura. Per evitare un possibile incendio che avrebbe danneggiato altre componenti della monoposto, la conclusione più logica è stata il ritiro.”

Foto copertina: media.mercedesamgf1.com

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