L’ingegnere britannico, coach della Ferrari Driver Academy, ha sottolineato le grandi qualità di due prodotti del vivaio: Charles Leclerc e Mick Schumacher.

Quando si parla della qualità di certi piloti, una delle voci più autorevoli in materia è senza dubbio quella di Jock Clear. Il britannico ha alle spalle una lunghissima carriera in F1, ed è stato il performance engineer di campioni del calibro di Michael Schumacher, Lewis Hamilton e Sebastian Vettel. Passato in Ferrari nel 2015 dopo una lunga militanza in Mercedes, oggi Clear lavora a stretto contatto con i piloti di Maranello e i giovani della Ferrari Driver Academy in qualità di coach. Perciò, davvero in pochi conoscono come lui le vere abilità e potenzialità di piloti come Charles Leclerc o Mick Schumacher, dei quali l’ingegnere britannico ha parlato in un’intervista al podcast Beyond The Grid.

“La cosa che mi impressiona maggiormente di Charles…” – esordisce Clear – “…è la sua forza mentale, è davvero straordinario. Visto quello che ha fatto negli ultimi due o tre anni, ci si dimentica facilmente che diventare un pilota ufficiale della Ferrari a quell’età è davvero inquietante, lo è stato anche per un quattro volte campione come Sebastian. […] Abbiamo visto quanto sia forte in qualifica, e ciò testimonia la sua forza mentale in un momento di altissima pressione. Poi sono veramente molto colpito da quanto lui sia immune a tutte le chiacchiere e le influenze esterne. Credo che sia assolutamente pronto a lottare per il titolo, ma bisogna considerare che in quel caso c’è un livello di pressione senza precedenti. Fin qui lui ha comunque risposto bene in tutte le circostanze difficili. E’ vero che ha commesso molti errori, ma succede a tutti i piloti: anche Verstappen ha sbagliato tanto, ma oggi può vincere il mondiale. Finora Leclerc ha saputo metterseli alle spalle velocemente, e ciò sarà fondamentale in un’eventuale lotta con Max o Lewis”.

Mick Schumacher
Simone Resta e Mick Schumacher

L’ingegnere britannico ha poi sottolineato le qualità di Mick Schumacher, passate quasi inosservate nella prima parte di stagione a causa della scarsa competitività della Haas: “Mi ricorda Michael nel modo di porsi e di fare, è davvero piacevole lavorare con lui, è una persona squisita. […] In termini di guida, direi che è troppo presto per trovare somiglianze. Ho lavorato con Michael quando era a fine carriera, mentre Mick è all’inizio. Ha vinto la F3 e la F2 ma ha comunque una gran voglia di mostrare le sue qualità, anche se al momento non può farlo a causa della vettura. Sono soddisfatto dei suoi progressi quest’anno, e in un certo senso mi ha sorpreso: lavoriamo con lui da tanto, e la critica che gli veniva fatta più spesso è che aveva bisogno di almeno due stagioni per essere competitivo al meglio. La sua velocità pura mi ha colpito: pensavo che Mazepin avrebbe iniziato meglio in qualifica dato che a Mick serve un po’ di tempo per raggiungere il top, ma in realtà lo ha battuto quasi sempre. Questo è il suo tratto migliore: se gli fai notare che deve migliorare qualcosa, si mette al lavoro e sistema il problema. Questa qualità lo aiuterà moltissimo a perfezionare ogni aspetto. […] Gli piace anche la parte mediatica, ama aprirsi e farsi conoscere per chi è davvero”.

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