F1 – La Red Bull RB18 ha vinto la sua undicesima gara nella stagione 2022. Quali sono i motivi di questo salto prestazionale?

La stagione di Formula 1 2022 ha ormai incoronato il suo vincitore. Già dal prossimo Gran Premio di Singapore Max Verstappen potrebbe laurearsi campione del mondo per la seconda volta. Il pilota olandese ha trovato sempre più feeling con la sua RB 18 e nelle ultime tappe ha mostrato un potenziale irraggiungibile per tutti. Fino al Paul Ricard, senza considerare errori e affidabilità, Red Bull era costantemente incalzata e in lotta con il team italiano, ma dal Gran Premio d’Ungheria Max Verstappen ha corso in un’altra categoria. Come si spiega questo salto prestazionale?

Partiamo dal progetto iniziale. La nuova Red Bull F1 RB 18, nata dal nuovo regolamento del 2022, è stata disegnata dal team di “un certo” Adrian Newey. L’ingegnere britannico, che ha costruito la sua tesi di laurea proprio sul principio dell’effetto suolo in aerodinamica, vanta una vasta esperienza in Indy e in Formula 1. E’ uno dei migliori ingegneri del motorsport ed è il progettista più vincente con 10 titoli piloti e 9 titoli costruttori. Il design della RB 18 ha dimostrato fin da subito capacità aerodinamiche superiori nelle medie ed alte velocità segno di bassa resistenza aerodinamica.

Fin dai primi test è risultata la vettura meno colpita dall’effetto “porpoising” e questo ha sicuramente aiutato anche dopo l’approvazione della TD039.

Anche sul lato sospensioni la Red Bull ha optato per una soluzione diversa rispetto a quasi tutta la griglia. Nel 2022, a parte Red Bull e McLaren, tutti i team di F1 hanno utilizzato una filosofia di sospensione anteriore pushrod e sospensione posteriore pull rod, ad eccezione della Sauber che ha utilizzato anche un pushrod posteriore.

Red Bull Pull rod
Red Bull Pull rod


Il pushrod, adottato anche da Ferrari, ha una disposizione quasi convenzionale dei triangoli e offre vantaggi nei cambi di direzione, grazie al virtuale abbassamento dei centri di rotazione della sospensione. Questo permette di essere efficace in appoggio e inserimento, garantendo anche un grande supporto nelle frenate ad alta, bassa o media velocità. Tuttavia, il pullrod scelto dal team di tecnici guidato da Adrian Newey ha permesso una disposizione dei bracci inedita. Infatti guardando il triangolo superiore vediamo come il braccetto posteriore sia posizionato più in basso con l’obiettivo di creare un canale d’aria pulita per i radiatori.


Un altro punto d’interesse riguarda la geometria dei triangoli delle sospensioni per cercare di sfruttare al meglio il fenomeno dell’ “anti-dive”, dall’inglese anti immersione, ovvero la capacità della sospensione di convertire una parte della forza verticale in forza orizzontale. In questo modo la forza agente sulla molla è inferiore. I due triangoli della RB 18 si incontrano in un punto della vettura più avanzato rispetto alla concorrenza. Questa soluzione è fondamentale anche in ottica porpoising, ridurre la forza verticale vuol dire far abbassare meno la vettura alle alte velocità, una parte della downforce generata dall’aerodinamica viene assorbita dal telaio. Una minor forza verticale implica un minor abbassamento del fondo della vettura, molto importante per non portare in stallo il fondo.

Inoltre, il pushrod posteriore della RB 18 ha consentito un ingombro molto più stretto del sistema di sospensione, mantenendolo libero per i flussi d’uscita al diffusore, aumentando l’efficienza dell’effetto suolo.

Questa soluzione è difficile da copiare e quasi impossibile da riprogettare durante la stagione e in un regime di budget cap. Ma per il 2023? Qualche team proverà ad adottare questi concetti usati così bene dalla Red Bull nel 2022?

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