Nei primi due Gran Premi di F1, le prestazioni del motore hanno avuto un ruolo chiave. Sia Sakhir che Jeddah sono piste esigenti dal punto di vista della potenza. In queste prime gare l’impressione è di un allineamento generale delle prestazioni, o per lo meno non c’è più un propulsore chiaramente migliore rispetto agli altri. Con l’introduzione di una piccola percentuale di carburante biologico, le scuderie hanno dovuto adattare i motori e Mercedes ha perso la leadership del motore più prestazionale.

Con il passare del tempo il motore giocherà un ruolo sempre più importante. Non solo per il congelamento degli sviluppi previsto per ottobre, ma soprattutto per un progressivo allineamento delle forme e dell’aerodinamica che i tecnici prevedono con il progredire degli sviluppi. Quando l’aerodinamica sarà ottimizzata da tutti, le prestazioni della power unit avranno un ruolo maggiore. In questo senso Mercedes ha molto lavoro da svolgere considerando i deficit in molti altri settori della monoposto. Tuttavia, gli ingegneri di Brixworth sostengono di non esser messi così male: “Il motore rappresenta al massimo uno o due decimi del nostro svantaggio.

Grandi passi avanti per la Power Unit Ferrari

L’impressione è che il motore Ferrari sia il migliore, sia per i risultati del team ufficiale, sia per quelli dei team clienti. Inoltre, il propulsore Ferrari deve spingere una vettura più carica aerodinamicamente e con più drag rispetto a RedBull. Il cavallino rampante potrebbe anche essersi tenuto in tasca qualche Jolly, non esprimendo tutta la potenza disponibile per non compromettere l’affidabilità. Mattia Binotto ha dichiarato: “L’anno scorso avevamo un deficit da recuperare. Se guardo i dati ora, siamo di nuovo in carreggiata. Lo svantaggio dell’anno scorso non esiste più. Tuttavia, le nostre analisi dicono che le differenze di potenza tra le power unit sono minime e sembra che abbiamo raggiunto un equilibrio delle prestazioni.

Mercedes non ha più il motore migliore

È un dato di fatto che i team F1 che montano un motore Mercedes stiano faticando più della concorrenza. Gli ingegneri delle frecce d’argento motivano queste difficoltà parlando di maggiori resistenze all’avanzamento. La loro opinione incrimina l’ala posteriore, accusata di generare un eccessivo drag, necessario però per recuperare il carico perso dal sollevamento della vettura in risposta al porpoising. Ciò non spiega però i deficit delle squadre clienti. In ogni caso, Toto Wolff minimizza il divario prestazionale: “Penso che sia importante non focalizzarci su singole aree della vettura. Complessivamente abbiamo deficit significativamente più grandi rispetto a quello del motore. Siamo al top in qualche area? No, non credo. Abbiamo molto lavoro da fare.

Honda e Alpine devono fare i conti con l’affidabilità del motore

Tutti e quattro i piloti RedBull si sono ritirati in almeno un’occasione per problemi al motore, nei primi due GP di F1. Segno che RedBull PowerTrains, in collaborazione con Honda, deve lavorare molto sull’affidabilità. Alpine sta fronteggiando problemi importanti dovuti a una power unit completamente riprogettata, ma i rischi sull’affidabilità sono stati tenuti in considerazione. Alonso ha dovuto utilizzare il secondo motore a Jeddah e con ogni probabilità sarà costretto a montare il terzo propulsore per il terzo Gran Premio che si correrà in Australia. C’è però una spiegazione importante a tutto questo: già da febbraio i motoristi non possono intervenire nello sviluppo se non per correggere problemi di affidabilità. È evidente che Renault e Honda abbiamo voluto correre un rischio maggiore.

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