Lunedì 3 Luglio (proprio nel giorno del suo compleanno) il Consiglio FIA valuterà ulteriormente la già sanzionata condotta di Sebastian Vettel durante lo scorso Gp a Baku.
A cosa può andare incontro il pilota della Ferrari?

Non c’è pace per Sebastian Vettel e la Ferrari.
Dopo lo stop&go di 10 secondi (ma, di fatto, tra fermata e ripartenza i secondi sono più di 30), inflittogli dagli steward di pista a Baku per la “ruotata” rifilata ad Hamilton mentre questi “giocava con l’acceleratorein regime di Safety Car, la Federazione, per iniziativa diretta del Presidente Jean Todt, ha deciso di “riaprire il caso”, per verificare se vi fossero ulteriori necessità sanzionatorie.
La condotta incriminata “dovrebbe” far riferimento (come riportato da altri siti web come Motorsport.com, mancando ancora un comunicato ufficiale FIA), al Codice Sportivo della Federazione, Articolo 151 C, che recita “i licenziati FIA devono avere un comportamento rispettoso e non lesivo dell’immagine del Motorsport”.
Formula che dice tutto e nulla, e che potrebbe portare al ferrarista o una sanzione economica, aggiunta all’impegno obbligatorio in una delle campagne sociali sulla sicurezza stradale proposte dalla Federazione (e sarebbe la casistica più “probabile”, viste le precedenti attuazioni), oppure qualcosa di più serio, come squalifiche per uno o più eventi, se prevarrà la volontà di “calcare la mano” con punizioni “eclatanti ed esemplari”.
Ma perché la FIA dovrebbe “accanirsi” contro un pilota già sanzionato in gara, con una penalizzazione che, di fatto, lo ha estromesso dalla possibilità di lottare per il successo di tappa (come ribadito, via Twitter, anche da Jenson Button e Martin Brundle)? Solo per un mero “fatto d’immagine” nei confronti del mondo intra ed extra Motorsport?
La cosa parrebbe eccessiva, visto le decisioni, prese in passato dalla FIA, in merito a fatti ben più “scottanti” (anche recenti, come le “inchiodate in rettilineo” di Max Verstappen a Spa 2016, assolutamente pericolose), culminate a “tarallucci e vino”.
Probabilmente qui entrano in gioco considerazioni più “politiche”, quasi come se ci fosse una lotta di potere in atto tra Liberty Media (e la “vicina” Ferrari) e la FIA (con Mercedes e tutti i team “anglofoni” dalla sua), per sancire “chi detenga il bastone del comando assoluto” sulle sorti della Formula Uno.
Oltre a questo, altre aspetti lasciano più d’un dubbio su questa decisione.
Innanzitutto, il comportamento di Vettel è stato ritenuto di “pura iniziativa” (ed in questo caso saremmo in presenza di un “profilo disturbato”, cosa palesemente non vera), oppure come “fallo di reazione” ad un’altra condotta illecita?
Se fossimo in presenza della seconda ipotesi, come mai non è mai stato menzionata, né dai commissari di pista, né dalla Federazione, la “condotta provocatoria” di Hamilton? (basti vedere il camera car di Perez, anch’esso quasi “preso in fallo” dalla condotta “smaliziata” dell’inglese della Mercedes).
Inoltre, l’ente che verrà tenuto a giudicare è colui che, di fatto, propone appello nei confronti della decisione degli steward di gara (come se in tribunale l’appello fosse proposto dal giudice giudicante anziché, ad esempio, dal Pubblico Ministero inquirente).
E’, di fatto, un cortocircuito giudiziario, in cui non esiste la “terzietà” del giudicante, in quanto la Commissione FIA è composta dai membri dello stesso Consiglio.
Impossibile non tornare indietro con la mente a quel maledetto 5 ottobre 2014, quando il povero Jules Bianchi arrestò la propria corsa su una ruspa a bordo pista, in regime di bandiere gialle, ed all’ “auto-processo” con il quale la FIA assolse sé stessa da ogni responsabilità nell’evento.

In tutto questo, a perderci è sicuramente l’aspetto sportivo, perché se si vorrà giudicare andando oltre la reità del fatto, si comprometterà, in primis, la lotta sportiva in pista, andando a toccare tutto l’interesse di appassionati e media.
Nel frattempo, Vettel e la Ferrari mantengono il più assoluto silenzio, ma c’è da attendersi che, in caso di sanzioni inique, il Presidente Sergio Marchionne non perderà l’occasione per rispondere a tono all’ “ex ferrarista” Jean Todt. Anche con azioni clamorose.
Non rimane, quindi, che attendere il verdetto, annunciato entro il Gran Premio d’Austria.
Con la speranza che, ad andarci di mezzo, non siano nuovamente il Motorsport ed i suoi, fedeli, appassionati…

di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)

ha contribuito Alessio De Marco (Twitter: @alessio_demarco)

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