Nell’alba italiana tramontano con molta probabilità i sogni di vittoria del titolo piloti per Sebastian Vettel e per la Ferrari, che mai come quest’anno ha dimostrato una competitività tale da mettere in difficoltà la Mercedes che da quattro anni trionfa costantemente sia nel campionato piloti sia in quello costruttori. Se la lotta al titolo costruttori sembrava un discorso chiuso, della stessa cosa non si poteva dire per quella piloti, dal momento in cui 34 lunghezze di ritardo erano tanti ma non impossibili da colmare, soprattutto per questa Ferrari che si stava dimostrando nettamente superiore dal punto di vista tecnico rispetto alla Mercedes e, invece, con la vittoria di Lewis Hamilton e il contemporaneo ritiro di Vettel (problema ad una candela d’accensione),

il distacco tra il tedesco e l’inglese è salito a quota 59 punti, tali da consentire al pilota della scuderia di Stoccarda di potersi laureare campione del mondo già nel prossimo Gran Premio ad Austin. La gara si risolve praticamente in partenza, quando, grazie ad un ottimo spunto, Hamilton riesce a difendersi dagli attacchi del ferrarista, il quale, dopo pochissime curve accusa un calo di potenza del motore che lo rende una facile preda per i più diretti inseguitori e, inevitabilmente, al quinto giro arriva il ritiro che sa tanto di resa. Verstappen, che non riesce a replicare a quanto fatto la settimana scorsa in Malesia, e Ricciardo, chiudono rispettivamente in seconda e terza posizione, seguiti dall’altra Mercedes di Bottas e dalla SF70H di Raikkonen. Il finlandese ha pagato a carissimo prezzo l’errore nelle terze libere, poiché con la retrocessione di cinque posizioni in griglia per la sostituzione del cambio, è stato costretto a partire dall’undicesima piazzola e complice anche un piccolo errore al primo giro alla “Spoon” in fase di sorpasso su Hulkenberg, si è ritrovato nelle retrovie e lontanissimo dalle primissime posizioni, rendendo molto complicata una possibile rimonta per la zona podio. Hamilton gestisce nel migliore dei modi la sua gara, soprattutto quei piccoli momenti di tensione subito dopo il pit-stop, quando Verstappen sembra poter sferrare l’attacco decisivo, ma a rendere il tutto più complicato ci pensa Bottas, che, molto più lento per via dei pneumatici molto usurati, lascia strada libera al suo compagno di squadra, mentre il pilota olandese è costretto ad accodarsi, perdendo così secondi vitali. Situazione analoga negli ultimi giri, dove cambiano i protagonisti (Alonso e Massa in lotta per la decima posizione), ma non il risultato, con Hamilton, abbastanza in difficoltà a causa di un problema di vibrazioni alle ruote posteriori, che riesce a trarre il massimo dalla fase di doppiaggio e con Verstappen, molto agguerrito alle sue spalle, che invece vede sfumare una possibile chance di sorpasso. Sempre nel finale, Bottas, con gomme super soft, ricuce il suo distacco da Ricciardo ma il pilota australiano, così come accaduto in Malesia, difende ottimamente il terzo gradino del podio, mentre nelle retrovie i due piloti della Force India non si fanno del male, con Ocon che precede Perez; bella la “battaglia” tra le due monoposto della Haas e Felipe Massa, che vede quest’ultimo scalare dall’ottava alla decima posizione, a favore di Magnussen prima e Grosjean poi. Il Circus della F1 lascerà il continente asiatico per fare rotta verso quello americano, sede dei tre prossimi appuntamenti, perdendo forse quel fascino che la lotta per il titolo piloti tra due veri campioni poteva dare, ma non le aspettative, poiché la Ferrari è sì ferita ma non abbattuta e che fino alla fine vorrà dimostrare tutto il suo valore, con la speranza che i problemi di affidabilità e la sfortuna prendano ben altra direzione.

 

Francesco Saverio Falco

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