Il mondiale è appena terminato ed a Maranello sarà un inverno all’inseguimento di Mercedes e Red Bull. La gestione Binotto è stata fino ad ora fallimentare ed il 2020 sarà la prova del nove.

Si pensa già al 2020 dopo un campionato avaro di soddisfazioni in casa Ferrari. La SF90 che aveva stupito tutti nei test invernali si è rivelata un flop sin dalle prime prove libere in Australia ed ha sempre remato nella prima parte di stagione tranne in Bahrain ed in Canada. Charles Leclerc e Sebastian Vettel hanno dovuto lottare con una monoposto si è rivelata velocissima sui rettilinei grazie ad una power unit al top, ma che ha palesato evidenti limiti in termini di carico aerodinamico.

Dopo la batosta del minuti di gap in Ungheria, i successi del monegasco a Spa e Monza hanno dato respiro al Cavallino che ha in seguito portato a Singapore un nuovo pacchetto in grado di far rinascere la vettura permettendogli di piazzare una splendida doppietta. Dopo le pole di Sochi e Suzuka è nata la questione relativa all’unità propulsiva e sono arrivati i controlli FIA che hanno misterioriosamente ricondotto la Ferrari nel ruolo della comprimaria, con un finale di stagione in calando che lascia presagire un 2020 da iniziare all’inseguimento.

Tralasciando tutte le polemiche del caso, è evidente che la rossa sia da anni attardata rispetto alla concorrenza sul settore aerodinamico. Il terzo settore di Abu Dhabi ne è stata una riprova definitiva. In circa 25 secondi le monoposto del Cavallino rimediavano un distacco di minimo mezzo secondo rispetto alle astronavi Mercedes e di poco inferiore alle Red Bull targate Honda. La sensazione è che la vettura di Adrian Newey abbia definitivamente superato quella di Maranello, grazie anche ad una power unit nipponica che è ormai vicinissima alle prestazioni dei due top team.

Il 2020 segnerà l’ultimo anno di questo ciclo tecnico e concludere la stagione in maniera così negativa lancia degli allarmi molto grandi che Mattia Binotto ed i suoi collaboratori dovranno recepire alla svelta. Se a tutti i problemi legati alla monoposto aggiungiamo un muretto e degli strateghi in enorme difficoltà nel leggere le situazioni con rapidità e scaltrezza ci troviamo di fronte ad uno scenario che lascia ben poche speranze. Gli avversari sono forti e sviluppano le proprie creature in maniera quasi eccelsa mentre la Ferrari si ritrova ormai da un decennio in situazioni quasi comiche da cui si fa fatica ad uscire.

Ad inizio 2019 il team principal Maurizio Arrivabene era stato messo alla porta per favorire l’ingresso di Binotto, ma la gestione del nuovo responsabile è stata totalmente negativa. L’ingegnere ha svolto un lavoro egregio nel biennio passato in termini tecnici, ma è ormai evidente che a livello politico non è lui l’uomo adatto. La rivoluzione prevista per il 2021 non lascia margini di errore, poichè se anche quel progetto dovesse rivelarsi errato si tornerebbe all’inizio dell’era ibrida in cui la Ferrari rimediava due secondi di ritardo dalla Mercedes. Ed un ripetersi di quel periodo potrebbe scatenare un vero e proprio terremoto nel board del Cavallino con conseguenze anche sui risultati sportivi.

 

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