Lewis Hamilton, 7 volte campione del mondo in F1, ha dichiarato di voler restare nel Circus per lottare contro il razzismo anche dopo il suo ritiro.

Non si ferma la lotta di Lewis Hamilton contro il problema sociale del razzismo, tema che resterà di suo interesse anche dopo il ritiro dalla F1. Il campione del mondo ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni a “La Gazzetta dello Sport“, parlando delle sue intenzioni una volta che avrà deciso di appendere il casco al chiodo: “Potrei restare coinvolto in F1 dopo il ritiro, e credo di volerlo. Ma è difficile per me pensare a quando non correrò. Crescendo ho imparato che cambiare le cose quando ci sei dentro è più facile e riesce meglio”.

“La F1 mi ha offerto una piattaforma per raggiungere un sacco di gente, informare, mandare messaggi positivi, incoraggiare le persone, spingere. A un certo punto anch’io mi dovrò fermare, ma la missione per rendere l’automobilismo sportivo più inclusivo non uscirà mai dalla mia mente, è qualcosa per cui vorrò sempre lottare. Non bastano certo uno o due anni, il problema deve essere attaccato dal basso, la vera chiave è la fase dell’istruzione, guardare ai giovanissimi e incoraggiarli per avere poi nei Gran Premi più meccanici, ingegneri, donne e di tutti i colori”.

Il messaggio che Hamilton vuole mandare è ormai chiaro da tempo, ma è corretto chiarire un punto. Il mondo dello sport è ricchissimo di atleti afro-americani, come nelle discipline dell’atletica, nel basket e nel calcio. Nel mondo dei motori, solo Lewis è riuscito a fare strada, ma il problema non è certo legato a delle discriminazioni, quanto ad un fattore economico e di interesse generale. Sarebbe forse corretto non fare di tutta l’erba un fascio, visto che se davvero si fosse trattato di un problema di razzismo, neanche il grande Hamilton sarebbe diventato la leggenda di cui tutti parlano al giorno d’oggi.

 

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