Il Direttore Sportivo della Ferrari ha illustrato alcuni dettagli interessanti del weekend di Sochi sul piano della pianificazione e delle strategie.

Dopo anni di gare piuttosto monotone, il GP di Russia tenutosi domenica scorsa è stato finalmente emozionante e caotico. Il Sochi Autodrom è stato teatro, grazie anche all’intervento della pioggia negli ultimi giri, di continui sorpassi e colpi di scena per tutti i piloti in gara, compresi i due della Ferrari. Dopo aver conquistato la leadership del Gran Premio in partenza, Carlos Sainz aveva perso il podio nelle battute finali, prima che il tempestivo pit stop per montare le gomme intermedie lo riportasse in terza piazza. Dall’altro lato del garage Charles Leclerc, partito penultimo, aveva recuperato tantissime posizioni grazie a manovre magistrali e un ritmo forsennato, ma il pasticcio comunicativo con il muretto durante l’acquazzone gli ha precluso la possibilità di conquistare punti pesanti. Proprio della questione strategica ha parlato il Capo Stratega della Ferrari Iñaki Rueda, che ha illustrato le motivazioni dietro alle scelte della Scuderia nel weekend russo.

“In pratica abbiamo diviso il lavoro in due.” – ha esordito lo spagnolo nel video-debriefing del GP di Russia – “Con Charles abbiamo lavorato sin dall’inizio in ottica gara, poiché sapevamo già che avremmo introdotto la quarta Power Unit e che avrebbe dovuto scontare una penalità. Quindi ha effettuato tanti giri con carico di benzina. Carlos invece ha lavorato di più per la qualifica. Abbiamo deciso di non far disputare il Q2 a Charles per poter scegliere liberamente la gomma in partenza”.

GP Russia
GP RUSSIA F1/2021 – DOMENICA 26/09/2021 credit: @Scuderia Ferrari Press Office

Per quanto riguarda la strategia iniziale dei due piloti, Rueda ha affermato che: “La strategia di Carlos consisteva nell’essere molto aggressivi nel primo stint. Lui ha fatto una partenza fantastica, togliendo la leadership a Norris fino al giro 14, quando i suoi pneumatici hanno iniziato a soffrire e abbiamo dovuto fermarlo per evitare l’undercut. Poi Carlos ha dovuto fare un lungo stint sulle dure, ma le previsioni davano comunque la possibilità di concludere in P3 o P4. Charles è passato dal diciannovesimo al dodicesimo al primo giro, ed essendo partito con le gomme dure sapevamo di dover estendere il più possibile la prima fase di gara. Il pit stop non è stato buono, ma Charles è riuscito a recuperare tutte le posizioni perse. Prima dell’arrivo della pioggia, era previsto che dovesse terminare settimo o ottavo”.

Il Capo Stratega della Ferrari ha infine spiegato la complessità della decisione di fermarsi o restare in pista durante l’arrivo dell’acquazzone: “Al giro 46 ha iniziato a piovere, e i nostri piloti si trovavano in situazioni estremamente differenti. Carlos, terzo, aveva pneumatici duri molto usurati ed eravamo sicuri che sarebbe dovuto rientrare per montare le soft o le intermedie. Dapprima fermandoci abbiamo perso diverse posizioni, ma almeno ci siamo assicurati di tagliare il traguardo. Con Charles la storia è molto diversa. Ci eravamo fermati appena dieci giri prima per andare sulle medie e quella mescola funzionava abbastanza bene su pista umida, tanto che stava recuperando posizioni. Al giro 50 abbiamo avuto l’occasione giusta: con il podio vicinissimo, abbiamo discusso con Charles se fermarci come gli altri per chiudere sesti o settimi oppure restare fuori e sopravanzare quelli che rientravano. Sapevamo che sarebbe arrivata altra pioggia e che sarebbe stato difficile tenere la macchina in pista, ma anche che senza pit stop c’era il potenziale per un ottimo risultato. Abbiamo deciso di star fuori, ma ora sappiamo che è stata la decisione sbagliata”.

“Sul bagnato…” – ha concluso Rueda – “…queste decisioni complesse sono frequenti: in qualifica ne avevamo presa una con Carlos, passando dalle intermedie alle soft su una pista umida. Abbiamo scelto di rischiare e di essere tra i primi a montare le morbide, così da essere più veloci due giri dopo. In questo modo Carlos è riuscito a conquistare un’ottima posizione in griglia. Col senno di poi, avremmo dovuto gestire e interpretare meglio le condizioni climatiche al giro 50, 51, 52, così da non porsi nemmeno il problema del rientrare o restar fuori. Avremmo semplicemente limitato i danni e tenuto Charles al sicuro, montandogli le intermedie al giro 50 e concludendo sesti o settimi, sicuramente un risultato migliore del quindicesimo posto che abbiamo ottenuto alla fine”.

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