La Ferrari dopo le prestazioni negative di Charles Leclerc nel Gp di Stiria e Ungheria, deve proteggerlo ed evitare di ripetere gli errori commessi con Fernando Alonso e Sebastian Vettel.
Leclerc aveva iniziato alla grande il campionato, con una splendida rimonta e facendo salire sul podio la Ferrari. Invece l’incidente con Vettel nella seconda gara e l’undicesimo posto di una settimana fa, lo hanno già finire sul banco degli imputati.
Il monegasco veniva da un ottimo 2019, chiuso come poleman dell’anno, e al quarto posto della classifica piloti davanti al compagno di squadra. In particolare la vittoria a Spa, e soprattutto quella di Monza, gli avevano permesso di conquistare i tifosi del Cavallino Rampante.
Prestazioni che hanno convinto John Elkann, Louis Camilleri e Mattia Binotto con il rinnovo di contratto prima di Natale, di puntare tutto su Leclerc per tornare a vincere il mondiale, decidendo di dire addio a Vettel.
I risultati del talento della Ferrari Driver Academy, gli hanno dato una grande popolarità. Durante il lockdown è stato molto presente sui social, ha preso parte alle gare virtual e al cortometraggio le Rendez Vous, diventando anche testimonial di importanti marchi.
Inoltre è ormai anche l’uomo immagine della Ferrari. E’ stato proprio Leclerc arrivando con la SF1000 fino al circuito di Fiorano, a sancire il nuovo inizio di 2020 della Rossa, sottoponendolo ad un’esposizione mediatica eccessiva, per un pilota al terzo anno di F1.
No racing this weekend, but we’re getting ready for next Sunday 🏁 Silverstone awaits
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— Scuderia Ferrari (@ScuderiaFerrari) July 26, 2020
Anche questa scelta è un altro errore della Scuderia di Maranello. Infatti se non vuole correre il rischio di bruciare Leclerc, deve cambiare non solo la struttura organizzativa, ma il modo di gestire i piloti e riflettere sulle ragioni per cui due campioni del mondo come Alonso e Vettel hanno fallito.
Proprio per questo motivo c’è bisogno di difendere Leclerc come fecero Montezemolo e Todt con Schumacher, dopo gli errori del 1997-1998-1999. Tutta la stampa invocava il licenziamento del tedesco, ma gli diedero fiducia e fu ripagata con cinque titoli di fila.