Le voci su un possibile disimpegno di Mercedes a partire dal 2020 continuano a tenere banco. Ma alla Stella converrebbe davvero cedere il team di F1 ad Ineos?

Mercedes venderà il 70% delle quote della squadra ad Ineos per 700 milioni di Sterline”. E’ bastata questa frase di Eddie Jordan, in un’intervista pubblicata dal Daily Mail, a scatenare (di nuovo) le voci di un possibile addio alla F1, in qualità di team ufficiale, della Stella. Voci che Toto Wolff, al termine del GP della Toscana, ha voluto prontamente mettere a tacere, definendole “invenzioni”. L’intervento dell’austriaco non è tuttavia bastato a placare le tante illazioni, alimentate anche dall’alone di mistero che al momento ricopre il futuro proprio di Wolff e, soprattutto, di Lewis Hamilton. Ma perché Mercedes dovrebbe defilarsi da un progetto così dominante?

Secondo le accurate analisi della testata inglese The Race, dal punto di vista economico e del marketing la F1 rappresenta un valore importante per Daimler. Questo perché, nel 2019, il costo netto del team Mercedes per la casa madre è stato “solo” di 28 milioni di Sterline, con le spese totali della scuderia (363 milioni di Sterline) che sono state finanziate principalmente dai premi in denaro elargiti dalla F1 e dagli sponsor. L’obiettivo principale di Toto Wolff per il 2021 è quello di rendere il team a costo zero per Daimler. In quest’ottica, sarebbe davvero poco sensato per Mercedes abbandonare la F1 proprio nel momento in cui, grazie al budget cap, la scuderia potrebbe tranquillamente continuare a vincere autofinanziandosi. Il grande successo del team di Brackley nel circus, inoltre, ha svolto un “ruolo importante” nella crescita globale del valore del brand Mercedes, secondo nel mondo dell’Automotive solo a Toyota. In questo senso, l’impegno in una F1 a “costo zero” potrebbe fornire un piccolo aiuto alla casa di Stoccarda nella ripresa dopo la pandemia di Covid-19.

In questa vicenda, tuttavia, non è da sottovalutare il ruolo di Ineos. L’azienda petrolchimica di proprietà di Sir Jim Ratcliffe, negli ultimi anni, è diventata una figura di primo piano nel mondo dello sport, acquisendo importanti squadre di calcio, ciclismo e vela. Dal 2020 Ratcliffe ha iniziato ad investire in F1, creando una partnership tecnologica proprio con Mercedes, che, tra le altre cose, ha visto trasferire proprio da Brackley ad Ineos diversi uomini per lavorare al progetto congiunto della America’s Cup. Al momento, l’azienda britannica è legata al team campione del mondo da un contratto quinquennale di sponsorizzazione da 100 milioni di sterline in totale, ma un suo maggiore coinvolgimento in Mercedes non è totalmente da escludere per due motivi.

Per prima cosa, bisogna ricordare che l’accordo tra la scuderia campione del mondo e il title sponsor Petronas dovrebbe concludersi a fine 2020, con Ineos che potrebbe prenderne il posto senza acquistare quote. Altro elemento da tenere a mente è l’assetto azionario del team Mercedes: Toto Wolff (che possiede il 30% delle quote) ha recentemente confermato che è ancora in fase di risoluzione la questione legata alle azioni di Niki Lauda (10%), che la famiglia dell’austriaco sembrava aver deciso di restituire a Daimler (proprietaria del 60% del team) dopo la sua morte nel maggio 2019. Per avere un maggior coinvolgimento nel team, Ineos potrebbe quindi farsi carico delle quote di Lauda e, chissà, magari anche di una piccola parte di quelle della casa madre. In questo modo, Wolff rimarrebbe coerente con le proprie parole: “Daimler non ha intenzione di abbandonare il team ed Ineos non ha intenzione di acquistare una quota di maggioranza. Ed io non ho motivo di cedere la mia parte”.

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