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Sebastian Vettel a tuttocampo sull’attuale Formula Uno

Verstappen? Imprendibile. La Ferrari? Può tornare grande. Sebastian Vettel ha trascorso una vita ad alta velocità in Formula uno , con Bmw Sauber, Toro Rosso, Ferrari, Red Bull e Aston Martin. La Formula Uno la conosce centimetro per centimetro di pista. E ci ha lasciato un’impronta di trecento Gran premi disputati e quattro mondiali consecutivi vinti tra 2010 e 2013.

Chi, quindi, meglio di lui, può misurare a oggi con un termometro affidabile la temperatura della Formula Uno? Intanto, però, lontano dal circus e dagli autodromi, si gode la famiglia e dà, o cerca di dare, il suo contributo alla tutela dell’ambiente. Lo fa con l’iniziativa “Race without trace” che si lega a doppio filo all sviluppo di carburante sintetico.

Ed è da qui che parte la sua ampia intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport: “il mondo sta cambiando- dice- anche se c’è qualcuno che continua a non volersene accorgere, credo sia compito di tutti cercare di fare qualcosa per l’ambiente”.

Insomma, dopo essere andato a trecento all’ora in pista, Vettel ci vuole andare in difesa del pianeta. E, per rafforzare il concetto, porta l’esempio dell’alluvione in Emilia Romagna che ha fatto saltare il Gran Premio di Imola e degli incendi a Montreal “che hanno incendiato intere forese e minacciato la disputa del Gp”. Mette le cose in chiaro, il tedesco. Non è che il primo pensiero debba essere al Gran premio rimandato, ma all’ambiente. Tuttavia, se quest’ultimo fosse meglio salvaguardato, ogni realtà, Formula Uno compresa, ne potrebbe beneficiare.

Poi passa a parlare della sua vita attuale. Offerte ne ha avute. E tante. Ma di ritornare in pista proprio non ne ha la minima voglia. Ha già dato, e molto. Ed è tempo, per lui, di godersi il panorama dei bolidi rombanti da spettatore. “Voglio essere libero di fare le cose che mi piacciono – dice- e passare più tempo con i miei figli, capire meglio me stesso e quello che voglio diventare”. Una cosa l’ha già capita da tempo: la Formula Uno ha avuto in lui un fuoriclasse autentico in grado di scrivere pagine indelebili. Ma Vettel sente che dentro di lui vi è anche un’altra anima inespressa. E se ne sta mettendo in ricerca. Nel silenzio e lontano dai motori che pure continua a seguire con passione.

“Devo ammettere -afferma – che non sapevo come mi sarei sentito il giorno in cui il campionato è partito. Ero nervoso ma alla fine mi sono divertito, non ho nessuna nostalgia, e non sono sorpreso di chi sta vincendo”.

E l’affermazione gli apre la strada per una serie di valutazioni monografiche: “la lotta alle spalle di Verstappen è sempre divertente – dice facendo intendere , come del resto la pista ha detto finora, che l’olandese, avanti così, farà mondiale a sè – a Silverstone abbiamo visto il ritorno della Mc Laren che sta crescendo velocemente , l’Aston Martin è sempre tra le migliori, le Red Bull stanno facendo un ottimo lavoro”.

Sulla Red Bull vuole dare a Cesare quel che è di Cesare e aggiunge: “la scuderia sta facendo un ottimo lavoro, ma Max sta facendo altrettanto, non fa mai errori”. E si arriva alla Ferrari. Di cui non soltanto è ex pilota, ma anche appassionato tifoso. Vedere le vetture del Cavallino Rampante arrancare dietro le majors gli suscita perciò un dolore particolare. “Da tifoso della Ferrari fa male- aggiunge – mi spiace vedere che la squadra non riesce a lottare per le primissime posizioni, spero che trovino presto il modo di riuscirci, ma la strada non sarà di quelle facili”.

Nel concludere la disamina, Vettel esprime soddisfazione per il buon mondiale che un altro titolato, Fernando Alonso, sta disputando con quella che fu anche la sua scuderia, la Aston Martin. E si dice altrettanto contento per il ritorno nel circus di Daniel Ricciardo sull’Alpha Tauri. Ma , dimostrandosi vero signore, alla fine soggiunge: “mi dispiace però per De Vries”..

Campione in pista e fuori, Vettel. Senza nostalgie, come dice, ma con un grande orgoglio per quanto fatto. E quella passione per il circus che ora coltiva sotto altra veste. Ma che proprio non se ne va.

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