Bisogna partire da lontano per capire cosa sta accadendo in Ferrari in questo periodo, ed esattamente dal 2014, una stagione fallimentare per la Rossa, che ad ogni cambio di regolamento non riesce a trovare immediatamente lo spunto per mettersi subito in prima linea con risultati ad alta performance, e che anzi deve poi lavorare tantissimo per recuperare su chi invece riesce ad interpretare le nuove regole al meglio; è un retaggio che ci si porta dietro fin da quando sono stati vietati i test in pista e quindi dal momento in cui si è dovuti ricorrere ai simulatori; prima era tutto molto più semplice, si lavorava in maniera empirica, si costruivano pezzi, si metteva la vettura in pista per centinaia di giri e si riusciva a trovare la miglior configurazione di motore, meccanica, aerodinamica ed assetti; per come era strutturata la Scuderia dotata di una pista propria e vicina alla Factory era il meglio che si poteva desiderare, ma poi i volponi che scrivono le regole, nel nome del ‘santo risparmio’ hanno vietato questo tipo di approccio, del resto siamo nel nuovo millennio che senso ha provare delle vetture in pista quando la tecnologia offre altre alternative che possono essere remunerative, in termini ingegneristici, adottando un computer? Ora c’è da dire che i simulatori non sono tutti uguali e che in questo settore, come in tutti gli altri, c’è chi è più avanti e chi più indietro, è normale e non è neppure una semplice questione di denaro speso, perché ovviamente in ogni settore c’è chi è più bravo e chi lo è di meno; la Ferrari purtroppo in quanto a simulatori non sembra essere all’altezza degli altri e questo rappresenta un grave gap nel pieno dell’epoca digitale; ma torniamo al 2014, l’anno in cui si è capito di non aver bene interpretato il nuovo regolamento sulle macchine ibride; è stata sbagliata la costruzione della power unit, molto piccola e compatta perché si doveva costruire una macchina che avesse una grande aerodinamica e nel nome di quest’ultima non si è stati in grado di produrre un propulsore con moltissimi cavalli, ma poi anche la parte aero non è stata così performante con una serie di errori quasi marchiani e la Ferrari si è piazzata al 4° posto costruttori, superata da Red Bull, Williams ed ovviamente da Mercedes; Alonso al 6° posto (161 punti) della classifica Piloti e Raikkonen addirittura 12° con soli 55 punti; ne è conseguito un giro di vite notevole con tantissimi elementi allontanati dalla Scuderia, tra tutti da ricordare Pat Fry e Nicolas Tombazis i ‘padri’ della F14T, seguiti dall’abbandono forzato di Luca Cordero di Montezemolo.
Nel 2015 si è cercato di risollevare le sorti della Scuderia, l’arrivo di Sebastian Vettel ha rappresentato una scossa all’interno della Scuderia, come l’avvento di Maurizio Arrivabene, un Team Manager che bada al sodo e dal carattere deciso; la vettura, la SF15-T presentata il 30 Gennaio, era un’eredità di Fry-Tombazis ma profondamente modificata da James Allison il quale ha dovuto fare un lavoro di miglioramento e modifica non semplicissimo, dal punto di vista della Power Unit tutta una serie di evoluzioni ed ottimizzazioni che hanno portato la macchina ad ottenere discreti risultati, Vettel il trascinatore della Squadra ha fatto il resto, 2° posto Costruttori; 3 Vittorie; Vettel 3° nel Mondiale con 278 punti e Raikkonen 4° con soli 150, quasi doppiato dal compagno di Squadra con ben 5 ritiri, da ricordare e sottolineare che la macchina 2015 è stata un’eredità della vecchia gestione, questo è importante ricordarlo. Sembrava insomma che, nel pieno di una parabola ascendente, il 2016 sarebbe stato un anno molto diverso, James Allison finalmente libero di costruire la sua macchina e altri tecnici con incarichi tali da poter mettere in campo le loro capacità fino in fondo; il poter utilizzare gettoni di sviluppo durante l’anno ha poi dato un’altra nuova spinta in termini evolutivi e la SF16-H poteva contare anche sui nuovi rulli della AVL, molto costosi, installati nella nuova area di Maranello; tra l’altro la Power Unit è stata completamente rivista, ed i proclami di inizio stagione sembravano avere dei riscontri in pista, almeno nelle prime gare. Come ben si è potuto appurare le cose stanno andando molto diversamente; dopo 6 gare la Ferrari ha collezionato ben 4 ritiri totali, 2 per ogni Pilota, con Vettel a quota 60 punti e Raikkonen 61; con 3 podi per ciascun Pilota; in classifica generale entrambi sono dietro a Daniel Ricciardo che è 3°. Nel 2015 dopo 6 gare la situazione era molto diversa, c’era stato un solo ritiro di Raikkonen alla prima gara, il Finlandese aveva in pratica gli stessi punti perché era a quota 60, mentre Vettel invece si trovava a quota 98; vero che la Ferrari aveva vinto in Malesia, gara che è stata spostata in altra data, tuttavia c’è stato un netto passo indietro riguardante il rendimento della macchina e soprattutto l’affidabilità. L’aver cambiato alcune norme sulle gomme mettendo a disposizione 3 compound a gara sembrava essere un buon viatico per la Ferrari che negli ultimi anni sembrava soffrire più di altri gli pneumatici Pirelli; ma fondamentalmente il problema è sempre stato quello della trazione; lo era all’inizio di questo decennio e lo è ancora; è un problema non risolto, come quello di non riuscire a mandare in temperatura le gomme in maniera ottimale, accade con tutti i compound e su quasi tutte le piste; la scarsa conoscenza della Push-Rod fa il resto, con tantissimi dati da dover mettere in archivio in ogni pista; il problema si potrebbe risolvere con un simulatore all’altezza di quello della Red Bull, forse il migliore, ma come abbiamo detto si è indietro in questo campo da anni.
Marchionne sta facendo il suo, e mette pressione al Team, solo che qui ci si deve muovere in modo diverso, le corse non sono uguali a operazioni di borsa o ai programmi di marketing, non si possono vedere i risultati di un lavoro in pochissimo tempo e il suo atteggiamento rischia di essere deleterio per la Scuderia, girano anche voci sulla posizione di Arrivabene, che sarebbe in bilico, niente di più sbagliato anche solo farle girare certe chiacchiere; è evidente che c’è molta tensione e lo si può notare anche dal volto di Vettel, il quale si sta rendendo conto che sarà molto difficile vincere con la Rossa, considerando che nel 2017 si dovrà ricominciare tutto d’accapo, nuove regole e Ferrari che in questo caso è stata sempre deficitaria al primo approccio; e poi qualche errore marchiano del Team stanno facendo il resto; come aver sbagliato gli assetti in Spagna o non aver trovato il bandolo della matassa a Montecarlo; è evidente che la pressione di Marchionne sta rendendo tutto più complicato, perché lavorare in fretta e con la Spada di Damocle sempre presente non permette di ragionare in modo adeguato. Una parola su Raikkonen bisogna dirla, cosa è accaduto a Montecarlo? Come si fa ad andare a muro in quella curva e in quel modo? Cioè nell’unico punto in cui bisogna solo andare piano e girare tutto lo sterzo, un punto dove non si rischia di essere sorpassati e dove non si deve certo spingere; sembra uno dei suoi momenti in cui si ‘addormenta’ come è già capitato in questa stagione, è uno dei Piloti più forti del Circus, ma bisogna riconsiderare quello che potrà essere il suo rendimento in chiave 2017; l’ideale sarebbe Ricciardo, Vettel permettendo…
Marco Asfalto