Che Mercedes sarebbe stata la macchina da battere, non è mai stato in discussione. Che Mercedes avrebbe dimostrato di avere, con tempi e risultati, un pacchetto tecnico-aerodinamico sopraffino, nemmeno. Nel weekend di Montecarlo, tuttavia, è uscita la cosiddetta bomba: le sospensioni anteriori Mercedes con l’ormai famoso bracket. Allo stesso modo del buco della BrawnGP nel lontano 2009, o gli scarichi soffianti dell’era RedBull, o come numerosi esempi nella storia della F1, spesso un’idea vincente può fare la differenza. Quindi la vera domanda diventa: è questo il vero segreto della stra-potenza Mercedes? La risposta non può che essere “no”, o meglio “non proprio”. La W10 è una vettura con molti segreti e con molte idee vincenti. Questo tipo di sospensioni è solo una di quelle numerose soluzioni geniali che sono state portate in pista dopo ore di studio e simulazioni. Andiamo a vedere come funziona.
Le conseguenze concrete di questa sospensione si traducono sostanzialmente in due effetti principali:il primo è l’angolo di camber che evolve in funzione dell’angolo di sterzo e della velocità, il secondo è un forte abbassamento dell’ala anteriore vicino all’asfalto, effetto già riprodotto da RedBull nel lontano 2011 con le sue ali flessibili.
Queste due conseguenze permettono rispettivamente di far lavorare meglio la gomma, soprattutto per quanto riguarda le temperature e la famosa finestra di funzionamento, e di avere un picco di carico quando serve, sempre in curva. Ecco come Lewis e Valtteri riescono ad avere una vettura estremamente agile, precisa, veloce e stabile in curva, soprattutto in quelle lente e strette.
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