Il futuro CEO della F1 Stefano Domenicali si è concesso ad una lunga intervista in cui ha parlato della sua nuova avventura al timone del circus e della Ferrari.


Dopo quattro anni con Chase Carey al comando, la F1 si appresta a vivere nel 2021 un importante cambiamento a livello di governance. La carica di CEO sarà infatti assunta da Stefano Domenicali, ex Team Principal della Ferrari dal 2008 al 2014 e attuale CEO di Lamborghini. Il manager imolese ha parlato di questa nuova sfida e di varie dinamiche del circus durante il convengo SportLab.

Per quanto riguarda la nomina a capo della F1, Domenicali si è detto pronto a cominciare questa nuova avventura: “Il ruolo di CEO è sicuramente importante, ma non cambia il mio approccio nei confronti di questa sfida. Da un certo punto di vista sarà un’esperienza stimolante, da un altro rappresenterà un cambio di vita: mi trasferirò a Londra e tornerò a girare il mondo, ma in una veste diversa. Questo nuovo progetto è sicuramente molto interessante e una grande responsabilità.

Una delle principali sfide della F1 del futuro sarà incrementare il numero di appassionati, e il manager imolese ne è perfettamente consapevole: “L’età media del pubblico della F1 è abbastanza alta. La sfida principale è tornare ad essere appetibili per i giovani, che oggi sono multimediali e hanno bisogno di stimoli diversi contemporaneamente. Serve una nuova strategia: chi guarda la televisione dovrà interagire ed essere protagonista. E’ questo caratterizza i giovani di oggi: basti pensare quanto il cellulare abbia cambiato il modo di relazionarsi. Chi gestisce una piattaforma sportiva deve tener conto di questa realtà. Questa sarà una priorità quando arriverò in F1: bisogna sviluppare tante piattaforme di comunicazione che adottino tecnologie diverse e che raggiungano mercati diversi. Il successo degli Esports nell’ultimo periodo deve essere d’insegnamento in tal senso”.

Il manager imolese spera che la F1 sarà più competitiva ed emozionante grazie all’introduzione delle nuove norme tecniche e finanziarie: “Oggi uno dei nostri compiti principali è far sì che i team e i piloti possano rimanere a lungo in F1. In questo senso, l’introduzione del budget cap e dei nuovi regolamenti più stringenti mira a livellare le differenze attuali, che sono causate dalle disparità di investimenti. Tutto ciò mira a migliorare la dimensione sportiva della F1 e ad aumentare la competitività in un contesto in cui le risorse economiche non sono più quelle di prima. Questo però non è sufficiente: la F1 è sempre stata una piattaforma di massimo riferimento tecnologico sia per i grandi costruttori sia per i team privati. Oggi serve tornare ad emozionare, mettendo al centro la competizione tra piloti e persone. Questi devono tornare ad essere grandi personaggi che siano appetibili anche per i giovani e i media”.

Domenicali ha inoltre evidenziato la più grande stortura della F1 moderna, ossia la complessità e l’instabilità dei regolamenti: “Sia dal punto di vista tecnico sia da quello sportivo, oggi i regolamenti sono divenuti troppo complessi. Dal punto di vista tecnico, questo è causato dal voler prevedere e inquadrare all’interno di norme tutto ciò che potrebbe essere fatto. Il progetto delle nuove vetture, che entrerà in vigore nel 2022, dovrà rimanere stabile per tanti anni. Parallelamente, bisognerà impostare un nuovo regolamento per quanto riguarda i motori. Io spero che sia introdotto prima della data prevista, il 2026, e che rimanga stabile e definito sia come regolamento che come investimento. Ogni cosa creata dovrà essere sostenibile ed attraente per chi deve essere protagonista in F1. E’ impensabile, come succede oggi, che solo pochi team siano in grado di guadagnare in F1 perché le spese e gli investimenti sono troppo alti”.

Il nuovo CEO della F1 ha concluso l’intervista con un augurio alla Ferrari: “Sia io che Jean Todt ci auguriamo che la Ferrari torni a lottare per il vertice. Questo non serve solo all’Italia o a Maranello, ma anche all’intero mondo sportivo. Guardando indietro, la storia è un bel ricordo, ma guardando al futuro la storia diventa una grossa responsabilità di far bene. Mattia Binotto è un caro amico e mi auguro che riesca a mantenere la rotta in un momento di burrasca”.

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