I media olandesi riportano che Verstappen non avrebbe rispettato l’ordine di scuderia in Brasile per uno sgarbo di Pérez ad inizio stagione.

Tra gli spunti più interessanti emersi dopo il GP di San Paolo non può mancare la scoperta della presenza di pesanti frizioni tra i due piloti della Red Bull, apparsi fin qui molto collaborativi. Nel finale della gara vinta da George Russell, infatti, Max Verstappen ha disobbedito più volte agli ordini del muretto: al giro 67 ha superato Sergio Pérez in Curva 1, senza poi, come ordinatogli dall’ingegnere di pista, restituirgli la posizione nel giro finale. Il messicano, ingaggiato in una lotta molto ravvicinata con Charles Leclerc per la seconda posizione in Classifica Piloti, aveva chiesto al team di restare davanti all’olandese per limitare l’emorragia di punti nei confronti della Ferrari numero 16, mentre adesso si presenterà all’evento finale di Abu Dhabi a pari punti con il monegasco. Il comportamento di Verstappen ha senza dubbio scioccato il pubblico e il compagno di squadra, ma alla base delle sue scelte ci sarebbe un precedente molto controverso.

Secondo quanto affermato da Tom Coronel, opinionista della rete olandese Viaplay, Verstappen avrebbe rifiutato lo scambio di posizioni e inveito contro il team via radio a causa dell’incidente volontario di Pérez nelle qualifiche del GP di Monaco. La versione di Coronel è stata poi ripresa e confermata da Erik van Haren, giornalista di De Telegraaf molto vicino al campione del mondo, il quale ha aggiunto che il messicano avrebbe in seguito confidato a Christian Horner ed Helmut Marko di aver stampato volontariamente la sua RB18 contro le barriere al Portier. Secondo alcune ricostruzioni, il numero 11 lo avrebbe fatto sia per preservare la buona posizione in griglia (terzo dietro alle due Ferrari) sia per vendicare l’ordine di scuderia ricevuto nella gara precedente, il GP di Spagna, in cui lasciò strada libera all’olandese per la conquista della vittoria. Verstappen, venuto a conoscenza della faccenda, avrebbe dunque giurato di non aiutare più Pérez, e da qui sarebbero nati i piccoli momenti di tensione (su tutti le scie vicendevolmente non date in molti weekend), che hanno raggiunto l’apice nel finale di corsa e nell’immediato dopo gara.

Foto: Alessandro Martellotta per newsf1.it

Le dichiarazioni dei due piloti lasciano trasparire una tensione elevatissima, che non sarà facile da gestire per Christian Horner ed Helmut Marko. Si tratta di una dinamica non nuova in Red Bull: sempre vivido nella memoria è il rapporto al limite del conflittuale tra Sebastian Vettel e Mark Webber nel periodo 2009-2013, che giunse al punto di non ritorno nel GP della Malesia del 2013 con il celebre caso del ‘multi-21‘ ignorato dal tedesco. In quella circostanza, il team anglo-austriaco decise di lasciar sfogare i due piloti faccia a faccia, e ad uscirne meglio fu proprio Vettel, che si presentò alla gara successiva rivelando le cause del suo comportamento, ossia i ripetuti sgarbi di Webber nei suoi confronti. La situazione, però, è molto differente nel caso Verstappen-Pérez: siamo a fine stagione, i titoli sono già stati assegnati, non ci si stava giocando una vittoria e i due rimarranno compagni di scuderia nel 2023. E, soprattutto, oggi ci sono di mezzo gravi sospetti su un incidente volontario da parte di un pilota.

Dopo le rivelazioni dei media olandesi, l’intero mondo della F1 è corso a rivedere gli onboard e le telemetrie di Pérez nella Qualifica di Monaco, e il giudizio è parso unanime: la dinamica dell’incidente è quantomeno sospetta, molto più di quanto ipotizzato all’epoca. Le elaborazioni telemetriche (si riporta qui sotto quella di F1 Data Analysis) mostrano come il messicano dia un colpo di acceleratore a metà curva, molto prima di quanto fatto nel tentativo precedente, e dall’onboard non risulta evidente alcun tentativo di correzione. Inoltre, bisogna sottolineare che Pérez non stava migliorando il suo tempo, contrariamente a Verstappen e alle due Ferrari e dunque potrebbe aver deciso di causare la bandiera rossa per non perdere la posizione a vantaggio del compagno di squadra. Si tratta comunque di una situazione al limite, nella quale va tenuta in considerazione, a meno di ammissioni del messicano, anche la possibilità che si sia trattato di un normale errore di guida.

La posizione di Verstappen, in tutto ciò, non è certamente delle più concilianti o mature. In un momento della stagione ormai tranquillo sia per lui che per la Red Bull, questa diatriba con il compagno di squadra rischia, come già successo in altre scuderie, di danneggiare l’ambiente. Senza dubbio l’olandese si trova in una posizione di forza all’interno della squadra, dato che è lui il pilota di punta, il più veloce e anche il più titolato. L’atteggiamento però deve essere fonte di discussione: dando per veri gli avvenimenti di Monaco, l’olandese è da lodare per aver rispettato i suoi principi e non aver ascoltato il team order, oppure ha dato dimostrazione di irriconoscenza e cinismo non lasciando passare quel pilota che lo ha aiutato più volte in maniera decisiva nel 2021? E quella stretta di mano tra i due nel post-gara, con annessa promessa di aiuto a Pérez ad Abu Dhabi, prolungherà un rapporto che sembra destinato a sgretolarsi?

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