La questione regolamenti F1 2023 è stata finalmente chiarita: dalla prossima stagione l’altezza delle vetture da terra verrà alzata di 15 mm, nel tentativo di evitare fenomeni come quello del porpoising e del bouncing.
Le altre modifiche in arrivo riguardano l’altezza della gola del diffusore e l’irrigidimento dei bordi del fondo, con la FIA che farà posizionare un sensore aggiuntivo sul fondo per monitorare i saltellamenti.
L’iniziale proposta della FIA era di alzare il fondo di 25 mm rispetto all’altezza attuale, misura considerata eccessiva dai team, che hanno concordato con la Federazione un compromesso di 15 mm.
Le tante voci provenienti dal paddock durante gli ultimi giorni parlavano di alcuni team (Red Bull e Ferrari in primis) che, indispettiti per il tempismo con cui i cambiamenti regolamentari sono arrivati, sarebbero fortemente preoccupati per la progettazione delle vetture 2023. In merito a ciò, la FIA ha voluto rassicurare tutti, dichiarando che “le modifiche saranno effettuate in maniera tale da evitare qualsiasi impatto sui progetti dei componenti meccanici dei team”.
Pat Fry, direttore tecnico dell’Alpine, si è però espresso in maniera critica riguardo le imminenti modifiche tecniche, sollevando una nuova problematica:
“Per noi è una risorsa ingegneristica, abbiamo un reparto molto più piccolo dei top team che stanno sopra di noi e che combattono contro di noi. Potrebbero avere venti persone parcheggiate al di fuori del budget cap che potrebbero facilmente richiamare per riscontrare il problema, e poi mandare via di nuovo. Quindi hanno un enorme vantaggio con quel livello di capacità extra. Ritardare le regole per loro è ottimo, sanno che tutte le squadre non saranno in grado di farcela”.
Riguardo agli effetti delle regole sui progetti delle monoposto 2023, invece, Fry ha dichiarato:
“Sono sicuro che tutte le squadre stanno utilizzando un certo numero di ore in galleria del vento per le vetture dell’anno prossimo. Ma quanto di quel lavoro verrà modificato con le nuove direttive?”.
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