Hamilton il pilota ormai sette volte campione del mondo e il suo team principal Wolff ancora non hanno siglato con la Mercedes l’accordo che li terrà legati per la prossima stagione. Si tratta di semplice strategia o i due stanno davvero vagliando altre opzioni?

Con la vittoria a Istanbul, Lewis Hamilton si è aggiudicato il settimo titolo mondiale, eguagliando il record di Michael Schumacher e stabilendo una supremazia persino superiore a quella del tedesco e della Ferrari nei primi anni duemila. Complice di questo dominio è sicuramente Toto Wolff, il team principal della Mercedes, nonché il più vincente della storia, il quale, però, come il pilota britannico, ha un contratto in scadenza a fine stagione e ancora non sono giunte notizie di un rinnovo ufficiale. Ma è davvero possibile che i due principali artefici di un traguardo così storico siano alla ricerca di nuove opportunità altrove?

Mercedes Wolff

Il futuro di Wolff

Wolff, in un’intervista all’emittente austriaca ORF, ha tranquillizzato i fan: “Penso che resterò in squadra per un altro anno in veste di team principal. I prossimi due anni potrebbero rivelarsi interessanti. Finché mi diverto voglio continuare a farlo”. Nella stessa intervista, però, ha dichiarato che nei prossimi anni potrebbe essere affiancato da colui che prenderà il suo posto al termine del suo ciclo in Mercedes. “Non so ancora se ci vorranno uno, due o tre anni” ha precisato. “E non posso rivelare chi sarà a sostituirmi”. I principali indiziati sono i due James, Vowles e Allison, due figure sempre più influenti nella scuderia, soprattutto il secondo, ex ferrarista, che ora ricopre il ruolo di direttore tecnico e che sembra avere tutte le carte in regola per prendere il pesantissimo testimone dell’attuale team principal. Quindi, Wolff sembra sulla via del rinnovo, almeno biennale, com’era prevedibile, anche perché l’austriaco detiene una quota importante del team Mercedes, il 30%. Di recente ha anche acquisito delle azioni Aston Martin, che hanno dato adito a voci su un suo eventuale passaggio alla casa britannica, che l’anno prossimo vedrà il suo ritorno in F1, ma Wolff le ha smentite con decisione: “Non ho una partecipazione in Aston Martin Racing, ma una quota azionaria della casa automobilistica Aston Martin cars Lagonda, che non è collegata al team di Formula 1, poiché quest’ultimo appartiene a Lawrence Stroll. […] È un passo che ho fatto come puro investimento finanziario perché credo nel marchio”.

In ogni caso, oltre ad esserne co-proprietario, Wolff ha dato prova di essere molto legato al team Mercedes, al punto che per lui si prospetterebbe, al termine della carriera come team principal, un importante ruolo di dirigenza all’interno del gruppo, forse addirittura da presidente.

Duqnue, il rinnovo sarebbe tardato ad arrivare solo per evitare che le negoziazioni creassero delle tensioni distogliendo l’attenzione dalla corsa al titolo. Perciò, tutto è rimandato a dopo la fine del mondiale: “Non ci manca il tempo per sederci e discutere il futuro” ha commentato Wolff. “Ma non vogliamo metterci sotto pressione prima del Bahrain o prima di Abu Dhabi. Quando la stagione sarà finita ci penseremo.”

Hamilton

Le richieste di Lewis

E anche Lewis Hamilton, fresco di vittoria del campionato, sembra essere sulla stessa linea di pensiero. In Turchia, durante la conferenza stampa post-gara il pilota si è ritrovato a dover rispondere a quella che ormai è diventata una domanda di rito sul suo futuro contrattuale, ma questa volta la risposta è stata meno evasiva del solito. Incalzato da Ben Hunt, giornalista del The Sun, Hamilton ha affermato: “Nel corso dell’anno, penso sempre e solo che c’è un lavoro da portare a termine, ho un contratto in essere e penso di non dover aggiungere ulteriori pressioni. [Il rinnovo] deve avvenire in modo naturale, non dev’essere una cosa forzata”.

Il campione 2020 è ben consapevole del suo attuale potere contrattuale e del valore che ha per l’azienda, quindi sa di non doversi affrettare a firmare nel timore di perdere il posto. Può, dunque, permettersi di aspettare la fine del campionato prima di sedersi al tavolo con i dirigenti del gruppo e dettare le sue condizioni. Tuttavia, Hamilton, dopo anni di esperienza in Formula 1, conosce il circus abbastanza bene da sapere che basta poco per cadere dal piedistallo, per scendere dal trono ed essere nuovamente catapultato tra le fila dei comuni mortali, che fanno errori, non vincono sempre e vengono cannibalizzati da stampa e critici. Durante l’intervista ha affrontato la questione in modo molto lucido: “Ci sono giorni in cui ti ritrovi a pensare ‘Cosa succede se cominci a fare degli errori? Cosa succede se peggiori tutto d’un tratto, se non riesci più a ottenere queste grandi prestazioni? Il tuo valore diminuisce? La tua reputazione va a farsi benedire?’ So che ci sono dei momenti nella vita in cui vuoi solo firmare il contratto il prima possibile, così sei a posto per il futuro, ma io scommetto su me stesso. Sono io che porto avanti il lavoro, che mi conosco meglio di chiunque altro e che so cosa posso fare e come farlo. Ora più che mai. Perciò, sì, volevo mettere da parte queste questioni e aspettare che il lavoro fosse terminato. […] Passeremo tre settimane in Medio Oriente; ora c’è un clima più rilassato, ma ci sono ancora tre gare che voglio vincere”.

Insomma, verosimilmente anche per Hamilton le negoziazioni vere e proprie partiranno dopo l’ultima gara di campionato ad Abu Dhabi. Viene da chiedersi se a quel punto le due parti troveranno facilmente un accordo oppure se ci sia davvero qualche possibilità che queste discussioni causino un’inaspettata, clamorosa rottura. Certo, il gruppo Daimler, detentore di Mercedes, farà di tutto per venire incontro alla sua stella, ma i più malefici sostengono che le richieste saranno ingenti e che il britannico cercherà di portare a casa la cifra più stratosferica della storia dello sport, forte dei suoi record, conscio di essere all’apice della sua carriera e di avere buone possibilità di vincere anche nel 2021, prima del grande cambio regolamentare che, tra le altre cose, potrebbe portare con sé l’introduzione di un tetto agli stipendi dei piloti. Quindi, considerando che Hamilton, come è emerso dall’intervista, sa che la sua spirale discendente è destinata a cominciare prima o poi e che a partire dal 2022 potrebbero essere imposti dei limiti sempre più stretti alle paghe dei piloti, è plausibile che sul tavolo di Daimler giungerà un “preventivo” non facile da soddisfare. Poi c’è il nodo durata: sarà un contratto pluriennale alla Leclerc che terrebbe il pilota legato a Mercedes probabilmente fino a fine carriera o un biennale che permetta alle parti di vedere come entrambi se la cavano con l’arrivo del nuovo regolamento nel 2022? Hamilton sostiene di sentirsi ancora “giovane e in forma” e in un’intervista a F1.com ha dichiarato di non aver ancora raggiunto il limite, perciò è ancora lontano il momento in cui appenderà il volante al chiodo. Ma, nel lungo termine, sarà un futuro in Mercedes o altrove? Lo scopriremo presto, nel giro di un mese.

A proposito dell'autore

Laureato in Traduzione Specialistica, sono appassionato di Formula 1 e di tutto il mondo che le gravita intorno, soprattutto mi affascina l'aspetto umano di una competizione che porta l'uomo e la macchina agli estremi più assoluti delle loro possibilità.

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