Nel finale del GP di Francia la Ferrari ha scelto di fermare Sainz per timore di un crollo della gomma media, generando le critiche dei tifosi.

La spettacolare rimonta di Carlos Sainz ha parzialmente salvato il bilancio della Ferrari nel GP di Francia, nel quale Charles Leclerc si è ritirato mentre si trovava in testa per un errore in Curva 11. Dopo aver faticato in mezzo al traffico nella prima fase di gara, lo spagnolo ha potuto fermarsi durante il regime di Safety Car provocato dal compagno di squadra, recuperando posizioni ai box nonostante una sosta molto lenta e un unsafe release. Nella seconda parte della corsa lo spagnolo ha poi sfruttato al meglio la gomma media e la velocità della F1-75 per rimontare fino alla terza posizione, producendo due sorpassi pregevolissimi su piloti del calibro di George Russell e Sergio Pérez. Un giro dopo aver sopravanzato il messicano, però, il numero 55 è stato richiamato ai box per effettuare la seconda sosta, retrocedendo in quinta posizione.

La decisione del muretto della Ferrari ha inizialmente lasciato di stucco molti appassionati, dato che Sainz sembrava avere il ritmo per distanziare Pérez e Russell e mantenere il terzo posto anche dopo l’applicazione della penalità di cinque secondi, giunta dopo l’unsafe release. La Scuderia di Maranello, tuttavia, ha optato per fermare lo spagnolo per la seconda volta, permettendogli di conquistare il giro veloce e togliere un punto alla Red Bull e a Max Verstappen. Dietro alla scelta della Rossa, come spiegato da Mattia Binotto nel post-gara, c’era un motivo di sicurezza: il team italiano temeva infatti che le gomme del madrileno crollassero prima di fine gara, mettendo a repentaglio il quinto posto finale. Si è quindi trattato di una giusta scelta conservativa o di un’occasione persa per ottenere un podio?

Nella sua rubrica di analisi della gara, Iñaki Rueda, capo delle strategie della Rossa, ha spiegato come la Ferrari è giunta alla decisione di fermare Sainz: “Dopo la Safety Car, Sainz era l’unico con gomma media, mentre tutti i nostri avversari avevano pneumatici duri. Perciò nei primi venti giri dello stint avevamo un vantaggio su di loro, perché la media era la miglior gomma. Allo stesso tempo, però, sapevamo che avremmo faticato ad arrivare fino alla bandiera a scacchi e che le vetture che montavano le dure sarebbero state più veloci nel finale. La durata prevista per la media era di venticinque giri, mentre noi avremmo dovuto effettuare uno stint di trentacinque giri. In questi casi, il pilota deve gestire gli pneumatici e guidare molto lentamente, altrimenti rischia un pericoloso cedimento e un ritiro“.

“La penalità di cinque secondi ha influenzato molto il nostro approccio all’ultimo stint.” – ha concluso Rueda – “Nonostante Carlos avesse superato Russell e Pérez, non sarebbe mai riuscito a guadagnare quei cinque secondi su di loro perché doveva gestire le gomme fino al traguardo. Tenendo ciò in considerazione, abbiamo deciso di chiamare Carlos ai box e di far sì che ottenesse il punto per il giro veloce”.

Le parole dello stratega spagnolo non lasciano spazio ad interpretazioni: tenendo fuori Sainz, la Ferrari avrebbe rischiato una catastrofe in stile Belgio 2015 o Austria 2016, quando Sebastian Vettel venne tenuto troppo a lungo in pista con gomme usurate e fu costretto al ritiro. L’unico possibile appunto che si può fare alla Scuderia in questa circostanza è che Pierre Gasly ha completato trentacinque giri su gomma media, tra l’altro senza mai subire un crollo verticale delle prestazioni. Tuttavia, non è dato sapere se il pilota francese ha gestito le gomme nella prima parte dello stint o se ha spinto quanto Sainz, che ha messo alla frusta gli pneumatici per completare la sua rimonta. Inoltre, al momento della sosta la Ferrari non poteva sapere che l’AlphaTauri avrebbe proseguito senza problemi fino al termine, dunque seguire i dati e fermarsi rappresentava la scelta più logica.

Con il senno di poi, l’azzardo di non fermarsi avrebbe potuto pagare, ma i potenziali rischi erano troppo grandi se paragonati ai benefici di questa scelta. Nella migliore e più improbabile delle ipotesi, lo spagnolo avrebbe portato a casa quindici punti, mentre nella peggiore il risultato finale sarebbe stato un altro zero dopo quello di Spielberg. Essendo inoltre molto scarse le probabilità di accumulare cinque secondi di vantaggio su Russell e Pérez, il madrileno avrebbe comunque concluso la gara al quinto posto, quindi la scelta di ottenere il giro veloce per sottrarlo a Verstappen è stata ideale. Ovviamente, gli appassionati di F1 non possono gioire per una decisione così conservativa, che potenzialmente ha privato la gara di un finale ben più esaltante. Tuttavia, la Ferrari non poteva permettersi il rischio di perdere ulteriori punti in un weekend già profondamente compromesso dall’errore di Leclerc.

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