Il giovane australiano sembra ormai destinato a guidare per la McLaren nel 2023, ma la Alpine intende ottenere almeno un risarcimento.

Durante la prima settimana della pausa estiva della stagione 2022 di F1 il mercato piloti ha monopolizzato l’attenzione degli appassionati a causa dell’incredibile situazione che vede protagonisti la Alpine e Oscar Piastri. Poche ore dopo aver scoperto dell’accordo tra Fernando Alonso e la Aston Martin per il prossimo anno, la scuderia anglo-francese ha infatti annunciato unilateralmente la promozione a pilota titolare nel 2023 del campione in carica della F2, il quale ha però subito negato di aver firmato un contratto con il team ed ha affermato che non gareggerà per Alpine. Con il passare dei giorni, la situazione si è fatta più chiara: secondo il suo punto di vista, il team di Enstone ha correttamente esercitato un’opzione presente nel contratto da terzo pilota dell’australiano, mentre Piastri e il suo management, capitanato da Mark Webber, si sono già accordati con la McLaren, che sta cercando di sostituire Daniel Ricciardo.

Intervistato da El Confidencial, il Team Principal della Alpine Otmar Szafnauer ha spiegato la posizione ufficiale della scuderia anglo-francese e criticato la scelta dell’australiano: “Abbiamo un contratto, firmato lo scorso novembre, con Piastri. Abbiamo parlato con i nostri avvocati e loro ci hanno detto che si tratta di un accordo vincolante, che in alcuni punti ci permette di promuovere Oscar nel 2023. Questo è il motivo per cui abbiamo pubblicato la nota. C’è anche un’opzione per il 2024 e la disponibilità da parte nostra di mandarlo in prestito in un’altra squadra. Volevamo che Fernando restasse ancora un anno con noi e poi avremmo prestato Oscar nel 2023. […] Però Alonso ha deciso di andare in Aston Martin, quindi abbiamo iniziato a realizzare l’accordo con Piastri per fargli guidare la nostra macchina invece di cederlo”. […]

“Lo abbiamo sostenuto investendo milioni e milioni di Euro.” – ha proseguito il manager americano – […] Da parte di Piastri mi aspettavo più lealtà verso il team che lo ha accudito, lo ha portato nel circus e, soprattutto, lo ha messo in una macchina di F1 per prepararlo e per fargli conoscere i circuiti. Ho iniziato a lavorare in F1 nel 1989 e non ho mai visto niente del genere. E non è una questione legata solo alla F1, ma all’integrità di una persona. […]“.

Secondo quanto riportato da Auto Hebdo, ad alimentare il caos ci avrebbe poi pensato il Contract Recognition Board della F1. L’organo dedicato alla registrazione della validità degli accordi avrebbe infatti dichiarato validi entrambi i contratti firmati dal campione in carica della F2, poiché quello con Alpine è stato firmato con la Academy del team anglo-francese e non con il team ufficiale. Citato da Reuters, Szafnauer ha poi dichiarato che la Alpine ricorrerà con ogni probabilità alle vie legali: “C’è oltre il 90% delle probabilità che porteremo il caso alla Alta corte di giustizia per chiedere un risarcimento. Non abbiamo calcolato la spesa totale con i nostri contabili, ma dovremo farlo se ci appelleremo all’Alta corte”.

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