La grande differenza tra le W10 e la concorrenza sta tutta nel T1. Bottas ed Hamilton rifilano regolarmente un paio di decimi a tutti in quel tratto.

La Mercedes si è presentata a Suzuka con una gran voglia di tornare ad essere la macchina da battere. Le frecce d’argento non vanno in pole dal lontano 27 luglio ad Hockenheim, un digiuno lunghissimo per il team di Brackley che è tornato al successo solo in Russia ma grazie alle disavventure Ferrari e non per un discorso di performance. Questo ha portato la squadra anglo-tedesca a correre ai ripari, con la W10 sulla quale è stato applicato un nuovo telaio ed aggiornato il pacchetto aerodinamico.

Tra le novità introdotte si notano chiaramente i nuovi sidepods che ora sono dotati di un numero più elevato di profili laterali che ora sono cinque e non più tre. Nuovi anche i bargeboard, mentre è stato introdotto anche un piccolo deviatore di flusso sulle paratie dell’ala anteriore. Tutto ciò sembra aver rivitalizzato in maniera quasi sorprendente la W10, tornata quasi la macchina inarrivabile che aveva dominato il campionato fino alla pausa estiva.

Assieme alle novità portate c’è anche l’elemento circuito: in Giappone la Mercedes si è sempre esaltata, cosa confermata dal fatto che sin dal 2014 ogni pole ed ogni vittoria è finita nelle mani di Toto Wolff e dei suoi uomini. La differenza maggiore con Ferrari e Red Bull targata Honda è stata fatta specialmente nel primo settore. Si nota persino dagli on-board camera quanto la W10 riesca a portare un quantitativo superiore di velocità nello ”snake”, la serie di curve in salita che contraddistinguono il primo tratto di pista. La storia degli scorsi anni si ripete anche nel 2019, in quanto la differenza di passo tra Mercedes e gli altri in quella zona è abissale.

Dal punto di vista dei tempi, la giornata odierna ha regalato uno scenario che ricorda quello del venerdì di Silverstone. Le frecce d’argento fecero il vuoto specialmente con il carico di benzina, evento poi ripetutosi in gara con Lewis Hamilton che fece il giro veloce all’ultimo passaggio e con gomme dure vecchie di trenta giri. La Ferrari è andata in netta sofferenza nella gestione degli pneumatici ed anche nel tentativo di qualifica non ha brillato. La cancellazione delle prove libere 3 potrebbe penalizzare non poco il Cavallino, in quanto le modifiche che verranno fatte all’assetto potranno essere verificate solo in qualifica. Tutto questo potrebbe favorire non poco la Mercedes, che sembra avere già una macchina reattiva e che non necessita di troppe modifiche sulla messa a punto.

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