PRIMA TAPPA REDBULL RING

è finalmente giunta l’ora, il campionato può riprendere.

Si inizia dal RedBull ring, Austria, e non vediamo l’ora di goderci finalmente due ore di gara intense come la F1 sà regalare.

Il circuito da affrontare mostra caratteristiche praticamente uniche durante tutto il campionato, con 2 sole curve verso sinistra contro altre 7 verso destra.

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In questo senso, è molto difficile portare alla temperatura corretta gli pneumatici che si trovano sul lato destro della vettura, non essendo praticamente mai sollecitati lungo il giro.

Team e piloti dovranno settare al meglio le superfici aerodinamiche, le mappature e i sistemi sospensivi, di modo da arginare ogni eventuale rischio.

ANALISI TECNICA DEL REDBULL RING

Per poter compiere ogni decisione al meglio, ovviamente, è necessaria una buona conoscenza del circuito. Come oramai da prassi, vogliamo fornire le nozioni base da sapere per capire quali potrebbero essere le soluzioni applicabili alle vetture. Procediamo immediatamente con le caratteristiche della pista in analisi:

 

 

Dai primi due grafici è possibile capire che il tracciato è formato da un numero di curve lente assolutamente equiparabile al numero di curve veloci, inteso come raggio di curvatura. (Quando il raggio cresce, aumenta anche la velocità di percorrenza con la quale l’auto affronta il tratto curvilineo, diventando così una curva veloce).

Bisogna notare, però, che la maggior parte di cambi di direzione si estende fino a diventar quasi un tornante. Il parametro dell’estensione è una variabile molto importante perché indipendentemente dal raggio di curvatura, fornisce una indicazione riguardo al tempo che l’auto trascorre subendo la forza centrifuga.

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In questo senso, soprattutto per i tratti affrontabili con velocità più elevate, diventa decisivo un buon carico aerodinamico, per evitare prolungati sforzi sul battistrada delle vetture. Specialmente se questi non riescono a portarsi in temperatura durante le curve verso sinistra.

I RETTILINEI DEL REDBULL RING

Potrebbe sembrare, quindi, che una prima soluzione accettabile possa prevedere alettoni con incidenze e inarcamenti più elevati, ma serve chiedersi se tutto questo non influisca negativamente sulle prestazioni in rettilineo. Per capirlo osserviamo il secondo set di grafici.

 

È evidente, guardando qualsiasi ripresa da telecamere installate a bordo delle vetture, che una gran parte dei rettilinei viene affrontato con grandi accelerazioni iniziali: le curve lente e medio-lente che li precedono impongono una riduzione della velocità di uscita delle vetture, costrette poi a sfruttare ogni cavallo di potenza per recuperare sul dritto. A basse velocità e con grandi sforzi sulle ruote motrici per accelerare l’auto, è molto importante aderire bene all’asfalto, seppur sacrificando efficienza aerodinamica tramite l’uso di profili aerodinamici più spinti.

Per confermare quanto detto è necessario studiare il secondo parametro di caratterizzazione dei rettifili, ovvero, la lunghezza media. Un fattore salta immediatamente all’occhio e riguarda l’assenza di rettilinei oltre i 1000 metri di lunghezza, contrariamente a piste come il circuito Paul Ricard in Francia, di cui il grafico rappresentato di seguito.

Notiamo a tal proposito la posizione dell’indicatore triangolare azzurro sul grafico. Rispetto al caso francese, nel quale si trova perfettamente bilanciato tra rettilinei brevi e rettilinei lunghi, per la situazione austriaca è molto più sbilanciato verso sinistra. Il lato sinistro, per l’appunto, è riservato a rettifili più brevi.

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Dalla necessità di una grande accelerazione all’uscita di curve medio-lente e da una ridotta necessità di velocità di punta estreme sui rettilinei, una delle ipotesi più plausibili è un incremento del carico aerodinamico. Questo per privilegiare, invece, una parte di pista caratterizzata da cambi di direzione particolarmente intensi e estesi.

CONCLUSIONI

Ci aspettiamo di vedere soluzioni che possano in definitiva privilegiare la deportanza. I piloti necessiteranno di elevata stabilità delle vetture nel terzo settore, caratterizzato da una serie di curve particolarmente veloci e lunghe. Non ci resta che attendere per poter ricevere le prime immagini già da domani. Non mancheremo di aggiornarvi riguardo alle soluzioni tecniche adottate dalle scuderie. Continuate a seguirci numerosi!

Dall’ing. Alberto Aimar

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