In origine la versione coupé della berlina compatta bavarese si chiamava serie 1 coupé, nome che è stato cambiato nel 2013 con l’introduzione della BMW serie 2 F22 e che oggi arriva alla sua seconda generazione con la serie G42.

Era il 2004 quando la BMW per contrastare la forte risonanza che stava ottenendo l’Audi con la A3, introdusse nel mercato il suo concetto di berlina compatta. Concetto che ai puristi della guida è sempre piaciuto dato che ci si poteva comprare una berlina di segmento C con la stessa filosofia di guida di ogni BMW.

La rivoluzione stava appunto nella scelta tecnica di adottare la trazione posteriore e il motore longitudinale in una berlina a due volumi. Scelta tecnica che ha resistito sino alla sua ultima generazione, ovvero la F40 del 2019, che ha adottato la disposizione del motore trasversale e della trazione anteriore in nome della versatilità. Dopo varie inchieste i vertici della BMW si accorsero che la serie 1 berlina veniva comprata principalmente per poter sfoggiare un prodotto premium e non avere una sportiva sotto copertura, da qui la nuova adozione tecnica per affrontare meglio la vita di tutti i giorni. Con questa scelta però c’era una sete da colmare, data appunto dalla sportività, ed è qui che entra in gioco la seconda generazione della BMW serie 2 coupé che resiste al concetto di sportiva “dura e pura” (qui ci tengo a fare una precisazione, si tratta comunque di un concetto edulcorato dalla tecnologia), con trazione posteriore e motore trasversale. Ovviamente per conciliare le economie di scala e mantenere viva la tradizione tecnica la nuova generazione prende in prestito il pianale dalla serie 3, diventando di fatto un modello a sé stante dalla serie 1. La linea ricorda una muscle car, muso lungo e coda corta che fa da terzo volume, linea di cintura alta e vetrature con sezione ridotta. Inedito anche il taglio dei fari che, da subito, ha creato uno spartiacque, o piace o non piace, la parola indifferenza non esiste (personalmente mi limiterei a definirli minimal).

Linee molto decise

Nel frontale anteriore trova sempre posto il marchio distintivo dell’auto tedesca, ovvero la calandra a doppio rene, ora diventata attiva grazie all’apertura e alla chiusura delle alette. Le novità non si limitano solo all’esterno, infatti, all’interno troviamo una nuova impostazione, molto simile alla serie 1 F40 (andava forse differenziata di più, in maniera tale da rendere ancora più evidente la presa di distanza da quest’ultima). Nella console centrale, così come nel cruscotto, la fa da padrona la tecnologia con il sistema di infotainment, che prende il nome di BMW Live Cockpit Professional e con il quale si hanno tutte le informazioni rilevanti circa la guida e la viabilità, ma non solo, si è praticamente connessi con il resto del mondo. Composto da due display, uno che riguarda il control display da 10,23” e l’altro dato dal quadro strumenti di 12,3”, è un prodotto davvero all’avanguardia. Molto capacitivo anche il sistema vocale, che permette di cambiare la dinamica di guida solo con la voce.

Tre le versioni al lancio con la essence, balance e signature, tutte con il cambio automatico steptronic di serie. In termini di motorizzazioni ci sono un diesel, con la 220 D da 190 cavalli e due benzina con la 220i e la M240i XDrive rispettivamente di 2 e 3 litri di cilindrata e 184, 374 cavalli di potenza. Prevista per l’estate prossima la 230i, con 245 cavalli di potenza e 2 litri di cilindrata. Prezzi che partono da 42.450 euro sino ad arrivare a 58.750.

Di Lucio Urgu

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