In soccorso di Binotto in Ferrari tornerà Simone Resta che insieme ad un team di 3 ingegneri proverà a riportare la squadra dove merita. La Ferrari ora fa sul serio e con un organigramma ben strutturato può pensare in grande in vista della prossima stagione.

L’idea che Mattia Binotto potesse ricoprire in modo efficace più incarichi dell’organigramma Ferrari è risultata ardita e poco funzionale alla crescita della squadra e di Binotto stesso. Mattia Binotto non ricoprirà più doppi ruoli, non sarà più il direttore tecnico della rossa e questo consentirà all’ingegnere di Losanna di concentrarsi in modo esclusivo sul suo incarico di team principal.
Mattia Binotto, scelto espressamente da Marchionne, ha voluto pieni poteri al muretto, battendo i piedi e minacciando altrimenti di dirigersi verso altri lidi, ma la prima parte di stagione da “comandante” non gli ha dato ragione. Risultati impietosi e un management della squadra lontano dalla perfezione.

Gettate le basi per il futuro, la Ferrari ora deve chiudere la stagione con una buona dose di fiducia in vista della cruciale annata 2020. È imprescindibile tornare a vincere delle corse in questo campionato sui circuiti dove sarà possibile sfidare ad armi pari la Mercedes. Gli sviluppi rappresentano la chiave per ottenere dei risultati soddisfacenti nel prosieguo dell’annata. Sarà fondamentale introdurre delle novità tecniche che possano aiutare la Ferrari a concludere la stagione in crescendo. Diversamente dalle due precedenti annate dove la rossa pagava dazio rispetto agli altri top team che alzavano, sistematicamente, l’asticella nella seconda parte di campionato, stavolta dovrà essere la scuderia italiana ad indovinare gli sviluppi giusti in vista delle trasferte asiatiche.

 

Come lasciarsi il passato alle spalle

Le gare in Oriente negli ultimi anni hanno rappresentato il punto più basso del vecchio corso Arrivabene. L’attuale team principal della Ferrari, Mattia Binotto, dall’alto della sua esperienza tecnica dovrà fare tesoro degli anni trascorsi dietro le quinte per determinare con un finale positivo la sin qui travagliata stagione del Cavallino Rampante. Binotto, prossimo ai 50 anni, è stato promosso da Sergio Marchionne per la sua indubbia preparazione tecnica. L’esperienza maturata in 25 anni in Ferrari lo ha portato ad essere ingegnere motori, direttore tecnico al posto di James Allison e condottiero del team, in sostituzione di Maurizio Arrivabene, nonostante un carattere non proprio da team principal. Se sul lato comunicativo si può sempre migliorare e come stesso l’ingegnere di Losanna ha ammesso: “Siamo giovani nei ruoli, io per primo sono da pochi mesi team principal e lo stesso per altri ruoli. In questo senso siamo squadra giovane”, a livello di risultati la Ferrari deve tornare a vincere quanto prima.

Il cambio regolamento del 2021: tra rischio ed opportunità

Dal punto di vista degli investimenti tecnologici la Ferrari non può più permettersi brutte figure o accontentarsi di qualche podio in F1. A Maranello non è più un’opzione un progetto non convincente o che non riesca ad adattarsi alle mescole Pirelli. Il cambio di regolamento incombe e nel 2021 sarà un nuovo inizio per tutti, con conseguenti rischi del caso anche per la casa italiana. Non ci saranno alibi, ma potrebbe essere la Red Bull o, estremizzando il concetto, la Williams a beneficiare del nuovo piano regolamentare che sconvolgerà il Circus della F1. Storicamente la Ferrari non ha mai sfruttato al meglio i cambi regolamentari per ritrovare la competitività in pista, ma stavolta potrebbe essere tutta un’altra storia e l’occasione per Resta di scrivere la storia.

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