Ricciardo vince con merito il GP di Monaco sfoderando tecnica, intelligenza e capacità di adattamento. Suoi i primati di tutto il week end fin dal giovedì; la Red Bull è stata la vettura dominante in una gara in cui il passo corto e le sospensioni hanno fatto la differenza rispetto agli avversari che hanno progettato delle vetture più adatte a circuiti convenzionali. In questo articolo non analizzeremo i comportamenti con i soliti grafici in quanto la gara è stata completamente falsata proprio dal problema che ha avuto Ricciardo al passaggio n. 29 quando un malfunzionamento del ERS gli ha impedito di utilizzare le marce oltre la 6°; questo spiega perché Vettel riusciva a recuperare solo nei tratti meno guidati, ovvero nel tunnel e sul rettifilo di partenza; l’unica fase degna di nota, a livello numerico, è il primo stint.

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Quanto accaduto ci impedisce di dare una reale valutazione del degrado gomme della Mercedes che è sembrata comunque in grande difficoltà con le Hyper Soft tanto che Hamilton è stato il primo tra i big a fermarsi per la sostituzione degli pneumatici; è entrato al box infatti al giro n.12 montando le Ultra Soft; già qualche tornata prima, però, aveva avvisato via radio che le gomme avevano del graining abbastanza rilevante, ecco il grafico

Da notare come solo al giro n. 8 ottiene la massima performance per poi salire significativamente con il timing; ciò che ha messo in allarme la Mercedes è stato il tempo del Britannico del giro 10 e del giro 11 quando ha cominciato a perdere in modo significativo sui suoi rivali; alla passaggio 10 Hamilton accusava un gap rispetto a Vettel di 2,283 sec. che sono diventati 3,260 sec. al giro successivo; quasi 1 sec. in soli due passaggi.

Successivamente anche Vettel si è fermato (lap 16) a montare gomme Ultra Soft, i suoi tempi si stavano alzando notevolmente e quindi non ha cercato nessun under-cut (come erroneamente è stato detto in tv) il suo gap al passaggio 15 su Ricciardo era infatti molto alto e cioè 3,618 sec. anche se al giro n. 14 aveva segnato il suo best-lap con 1.16.065 che è rimasto poi il suo record personale per tutta la gara. Ricciardo comunque ha reagito al cambio di Vettel sfoderando un tempo fantastico 1:15.734 (giro 15). La gara poi è diventata lenta e quasi soporifera con le posizioni congelate fino al traguardo a causa del problema all’ers della Red Bull. Le vetture di testa hanno segnato infatti tempi simili a quelle i coda, cosa che a memoria non era mai accaduta in F1.

Il guasto a Ricciardo ci ha impedito di valutare bene le performance di Mercedes e soprattutto di Hamilton e forse questo ha ‘salvato’ la 3° posizione del Britannico, perché quasi sicuramente in una gara normale avrebbe avuto un degrado gomme tale da costringerlo a fare forse 3 soste mentre i suoi diretti rivali potenzialmente ne avrebbero fatte solo due. Le uniche emozioni della gara sono arrivate da Verstappen che con la migliore vettura della gara ha fatto il suo superando vari piloti soprattutto all’inizio e quando è riuscito a montare le Hyper Soft; ed anzi, è stato redarguito diligentemente al team-radio di effettuare sorpassi puliti dopo quello su Sainz nel quale ha tagliato una chicane.

In sostanza una gara poco emozionante che non ci ha regalato dati sufficienti per capire quali siano i veri problemi delle frecce d’argento con le gomme più morbide.

Marco Asfalto

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