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Max Verstappen, attese andate deluse nel GP di Miami

La Sprint Race del GP di Miami se la era portata a casa, la pole position pure. Tutto sembrava deporre a favore di Max Verstappen e del suo consueto monologo Red Bull, di quel canovaccio di cui il bizzarro mondo del circus aveva cambiato il finale sinora una volta sola nell’anno di grazia 2024, ovvero in Australia con un ritiro inatteso.

L’olandese onnivincente ha dovuto per la seconda volta prendere atto del fatto di essere anch’egli tra gli umani. Glielo ha ricordato un Lando Norris che, quando se lo è lasciato dietro, gli ha rifilato decimi in progressione mandandogli un messaggio preciso: oggi non è la tua giornata, caro Max Verstappen, ma la mia, e me la prendo tutta.

L’olandese figlio d’arte, del resto, in gara buone vibrazioni non ne aveva avute e lo aveva detto chiaramente ai box via radio: “non riesco a fare andare bene la macchina”. Perchè poi occorre anche far entrare in campo il metodo delle proporzioni. Per lui, il fatto che la macchina non giri significa non poter giungere al primo posto laddove per altri significa posizioni di rincalzo o ritiri. Non andare bene uguale a non arrivare primi, cioè a violare quello che Max, a ragion veduta, considera da tre mondiali un imperativo categorico. Nel contingente, con le vittorie Gran Premio dopo Gran Premio, e nel più ampio computo definitivo.

E allora eccolo là, sul podio del circuito yankee, a prendersi lo spumante in faccia da Norris con veduta dal basso, cioè dal secondo gradino del podio. Vale a dire laddove aveva costretto, la scorsa stagione, il compagno di squadra Sergio Perez.

Max Verstappen della terra dei tulipani, però , sa bene che in vetta si trova sempre lui e che scalzarlo non sia precisamente un gioco da ragazzi. Questo lo autorizza a non fare di una goccia un mare e a non tingere di dramma un secondo posto per il quale la maggior parte dei suoi colleghi d’abitacolo farebbe l’autografo in bella calligrafia.

“Si può vincere o perdere- esordisce indossando subito la tuta del filosofo – tutti siamo abituati a questo, è stata una gara complicata e già sulle medie le mie sensazioni non erano proprio idilliache, avevamo un vantaggio ma non come ce lo eravamo attesi, ho sentito poi i tempi della McLaren e ho capito che erano molto veloci, Lando stava letteralmente volando, ma il secondo posto lo accetto”.

E infine una spruzzata di sportività che non guasta mai: “sono contento per Lando – conclude – lo aspettava da tanto tempo, se lo è meritato”. Max il filosofo, Max il cavalleresco riconoscitore della superiorità contingente dell’avversario. E, da ultimo ma non ultimo, Max il profeta: “questa per Lando – conclude davvero – non sarà l’unica vittoria”. E, detto da un fuoriclasse come l’olandese, per Norris sarà un vaticinio da mettere nella bacheca delle maggiori soddisfazioni.

Foto copertina via Twitter Formula1.com

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