Una straordinaria Ferrari domina a Singapore, centra una doppietta dove 3 giorni fa nessuno ci avrebbe scommesso e dimostra di poter fare cose impossibili.

Gara condizionata da 3 safety car in pochi minuti e da qualche polemica di Leclerc, il quale perde la testa della gara nel giro dei pit stop a favore di Vettel che doveva difendersi da Verstappen (emblematico il team radio con Mattia Binotto a fine gara del monegasco). Singapore Doppietta Ferrari

Una vittoria che Vettel aspettava da tantissimo e che sarà una iniezione di fiducia per il tedesco. Una vittoria vera, sofferta, voluta e meritata, davanti ad un compagno iper veloce (forse più veloce) e volenteroso di scrivere la storia. Regolare e buona la partenza dei 5 davanti che mantengono le posizioni, con Vettel che timidamente prova ad attaccare Hamilton alle prime curve senza riuscire. Inizia cosi una lunga e lenta prima fase di gara in cui i primi girano sull’1:49: tempi molto alti, cercando di preservare più possibile le gomme fino al giro 20, in cui Verstappen e Vettel aprono le danze dei pit, seguiti al giro successivo da Leclerc che però perde la posizione nei confronti di Vettel. Un team radio del monegasco è indice di quanto fosse veloce rispetto a Vettel, ma resta dietro.

 

I due Mercedes aspettano invece qualche giro in più, nell’attesa che le Ferrari entrino nel traffico di Stroll e Ricciardo che però non sono doppiati. Bottas cambia, perde molto sui 3 davanti, Hamilton attende ancora e crolla la gomma rossa; nel cambio gomme dell’inglese (ben 7 giri dopo Vettel) il team ordina a Bottas di rallentare, altrimenti Hamilton sarebbe uscito dietro a lui e ad Albon. Via Hamilton, va in testa Antonio Giovinazzi su Alfa Romeo e ci resterà per diversi giri, allungando tantissimo il suo pit.

In questa fase, quando prima dei pit sembrava che le Mercedes fossero più veloci di tutte, le stesse si trovano giù dal podio entrambe. Vettel ora è virtualmente in testa e vuole la vittoria: si prende dei rischi (su Gasly, notato anche dalla FIA) per mettere più strada possibile tra lui e il compagno di squadra, passa Giovinazzi e va davanti a tutti. In questa fase, errore dell’Alfa che non richiama Giovinazzi dentro al cambio, il quale perde tantissimo tempo e rovina (senza colpe) la sua ottima prima parte di gara, oltre a quella di Ricciardo, con il quale ha un contatto che provoca una foratura all’australiano.

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Sfortuna nella sfortuna: il giro dopo che Giovinazzi rientra, accade cio che in Alfa aspettavano, cioè safety car per un incidente di Russell. Team radio Ferrari: via libera ai piloti per la vittoria ma senza fare danni, Leclerc vuole la terza, Vettel la prima. Tutto regolare alla partenza, unico sorpasso Gasly su Stroll. 42 minuti al termine, la gara probabilmente finirà a tempo e non a giri. Solo 3 giri e c’è di nuovo safety car causa Perez che rompe il motore e parcheggia quasi in mezzo alla pista. Nuova ripartenza, passa solo un giro e Kvyat entra su Raikkonen alla prima curva, facendo ritirare il finlandese e richiamando ancora dentro la safety car. Mancano 21’ (e un giro). Da segnalare la mancanza di ritmo dei Mercedes alle ripartenze, che non riescono a tenere il passo di Verstappen e dei due Ferrari. Ancora ripartenza, sempre uguale le posizioni di testa, dietro cambia qualcosa con Giovinazzi che rientra nei punti. Leclerc spinge tantissimo, Seb non è da meno e allunga di quei decimi che servono e bastano, Hamilton è vicino a Max e Bottas dimostra che me ha più di tutti girando al 58 in 1:43. Tutti spingono, nessuno può sbagliare altrimenti è out dai giochi.

Non succede nulla di più, Vettel torna a vincere con una gara mostruosa davanti a Charles che a sua volta ha fatto una gara altrettanto grandiosa. Il tedesco non vinceva dal Belgio 2018, le Ferrari non facevano doppietta dall’Ungheria 2018. Verstappen sul podio e Mercedes entrambe fuori. Una vittoria per Seb che ne aveva un gran bisogno, un po di polemiche di Charles che al pit ha perso la testa della gara. Gara favolosa per la Ferrari che ha centrato un weekend perfetto. Grande Giovinazzi, 10o alla fine ma in testa per un periodo di gara. Un pilota italiano con una macchina italiana.

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