L’ultimo incidente del pilota tedesco in Formula 1 ha dimostrato, ancora una volta, quanto è stato fatto in termini di sicurezza dalla FIA

Mick Schumacher, nonostante una Haas in crescita grazie anche alla power unit Ferrari, ha vissuto un inizio di stagione molto problematico. Il figlio del sette volte campione del mondo è stato protagonista di diversi incidenti e l’ultimo, quello avvenuto durante lo scorso Gran Premio a Monaco, ha messo in evidenza alcuni cambiamenti voluti dalla FIA in tema di sicurezza.



Le prime immagini televisive della monoposto divisa in due hanno fatto temere il peggio; in realtà il giovane pilota tedesco è uscito immediatamente dall’abitacolo senza riportare nessun danno fisico. Sicuramente un impatto con forza G negativa molto inferiore in confronto a quanto registrato durante il Gran Premio dell’Arabia Saudita. Sia nei due incidenti appena indicati di Schumacher che quello a Imola di Yuki Tsunoda ha visto il completo distacco del cambio con la vettura divisa a metà.

Un grande vantaggio, in termini di sicurezza, è arrivato non solo dall’utilizzo delle barriere Tecpro con il loro elevato potere d’assorbimento dell’impatto e di rinforzo, ma anche da quanto fatto sulle monoposto di Formula 1. La FIA ha rivisto i regolamenti dopo il pauroso incidente di Romain Grosjean avvenuto nelle prime fasi del Gran Premio del Bahrain del 2020. In quell’occasione, quando ha colpito la barriera, il cambio e il motore si sono staccati prendendo parte del telaio posteriore danneggiando il serbatoio. Gli istanti successivi sono ben impressi a tutti. La FIA ha così cercato di rendere più facile l’allontanamento del cambio dal motore specificando, nell’articolo 5.4.8, l’utilizzo di 4 o 6 perni di collegamento: “Dalle immagini dell’incidente di Schumacher non ci sono parti del motore attaccate, il che suggerisce che i perni di fissaggio si sono staccati sotto il carico dell’impatto”, il commento di Gary Anderson, ex tecnico di Formula 1 e ora autore di molti articoli per The-Race.

Con la combinazione di barriere e monoposto continua così la campagna di miglioramento in tema sicurezza da parte della Federazione, in forte spinta dopo gli incidenti di Senna e Ratzenberger ad Imola ’94. Il distacco della parte posteriore delle Formula 1 svolge un ruolo fondamentale per l’assorbimento di questa energia e nel ridurre al minimo il rischio del pilota ma potrebbe generare un altro pericolo per gli altri conducenti in prossimità dell’incidente. La sicurezza assoluta non è mai garantita ma l’analisi di questi ultimi incidenti porterà ad ulteriori miglioramenti rendendo questi impatti sempre più spettacolari ma anche più sicuri…poi c’è il problema budget cap, ma questa è tutta un’altra storia!


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