In Ferrari si sta correndo un’altra gara: quella contro il tempo. Principalmente per salvare il salvabile dopo un inizio disastroso di questo mondiale di Formula 1 2023. Dopo i risultati maturati dalla F1-75 del 2022, ci si aspettava un miglioramento, eppure ciò a cui assistiamo è un ennesimo progetto sbagliato, avviato con a capo Mattia Binotto.

Per riparare ai danni ci vorranno mesi di lavoro e questo lo sa bene il subentrato Team Principal Frederic Vasseur che, raggiunto dal collega de Il Corriere della Sera Daniele Sparisci nel corso del filming day di ieri a Fiorano, ha fatto capire come i problemi siano sorti addirittura nel giorno della presentazione della monoposto proprio nel circuito di proprietà della Ferrari, poi confermati nei test in Bahrain qualche settimana più tardi.

SCELTE SBAGLIATE

“Non voglio dare colpe a nessuno – afferma Fred – ma lo scorso anno sono state fatte delle scelte, e sin dai primi chilometri a Fiorano e poi nei test in Bahrain abbiamo capito che non funzionavano. Le simulazioni avevano sottovalutato alcuni effetti negativi sul comportamento della vettura e quindi siamo stati costretti a cercare un compromesso fra prestazioni e guidabilità. Inizio a vedere dei progressi, ma l’obiettivo resta sempre quello di vincere. Binotto? Non l’ho incontrato ultimamente, ci siamo visti prima di essere nominato e non ho voglia di dedicare energie e pensare al passato, anche perché non conosco le dinamiche all’interno del team all’epoca. Enrico Cardile si occuperà della vettura del prossimo anno, ma ricordiamoci che i rinforzi devono arrivare in ogni reparto: in alcuni siamo sottodimensionati rispetto a Red Bull, Mercedes e Aston Martin. Sto spingendo per prendere gente fuori dal mondo Ferrari e che porti conoscenze dall’esterno”.

IL FUTURO

“Abbiamo fatto dei passi in avanti in Canada – continua il manager francese – Avevamo chiaro sin dal primo giorno cosa non andasse su questa vettura, veloce in qualifica sul giro secco ma difficile da gestire in gara. E’ stato necessario un cambio di direzione sugli sviluppi e servono mesi. Il percorso è iniziato a marzo in galleria del vento dopo aver scoperto i problemi, ma non ho pensato nemmeno un secondo di mollare. Non era un problema di potenziale ma di come sfruttarlo: a Montreal abbiamo girato sui ritmi di Verstappen, ed è chiaro che non basta, ma i prossimi circuiti ci diranno molto. Spielberg è una pista opposta a Montreal, se andremo bene anche lì allora avremo conferma di aver preso la strada giusta”.

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