F1 – Nelle novità del 2022 una new entry, per la verità del tutto inaspettata, è stato il cosiddetto saltellamento o porpoising in inglese, a causa dell’alto effetto suolo i piloti saltellavano all’interno del loro abitacolo della monoposto e questo portava a forti dolori muscolari, specialmente a livello della schiena che risultava essere la più soggetta, in negativo, a tale problema. Alcune scuderie più di altre ne hanno sofferto, in particolare la Mercedes, con Lewis Hamilton soprattutto che al termine di diversi gran premi è stato visto allontanarsi con un evidente dolore alla schiena proprio a causa dei saltellamenti ripetuti e prolungati subiti nel corso della gara disputata. Questo ha spinto poi i team, Mercedes sopra tutte, a chiedere alla FIA di intervenire attivamente per tentare di risolvere almeno parzialmente il problema, nell’interesse della salvaguardia della salute dei piloti, cosí la Federazione ha fatto introducendo una nuova direttiva tecnica che introduceva nuovi parametri che non potevano essere superati proprio per evitare il porpoising sulle monoposto.

Ironia della sorte il periodo è coinciso con un periodo di magra per la Ferrari, il che ha portato molti ad ipotizzare che la Rossa ne fosse stata evidentemente svantaggiata, voci che però sono state poi sistematicamente smentite più volte.

Secondo Pat Symonds però, ingegnere inglese impiegato per parecchi anni all’interno della F1 , la FIA sarebbe intervenuta in maniera troppo prepotente:

“Penso che la FIA abbia reagito un po’ troppo dopo Baku. A Baku, abbiamo visto gli effetti peggiori perché una squadra ha provato qualcosa che non ha funzionato. Se loro [FIA] non fossero intervenuti, i problemi sarebbero stati risolti ugualmente. La maggior parte delle squadre ora sa come controllare il rimbalzo.

Ma il problema sussisteva già negli anni ’80 quando Pat Symonds era ingegnere in Formula 1: “Devo ammettere che il problema non era sul nostro radar, ma avremmo potuto saperlo. Avevamo i mezzi per scoprirlo in anticipo perché stavamo lavorando con simulazioni dinamiche. Avrei dovuto saperlo anch’io, perché lavoravo sulle auto ad effetto suolo. I team hanno dovuto risolvere questo problema prima di poter lavorare sulla loro aerodinamica. Il rimbalzo non è un problema puramente aerodinamico. Ci sono anche molti meccanici coinvolti, ad esempio la rigidità delle sospensioni.”

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