F1 – Roland Ratzenberger, l’austriaco innamorato della Formula 1

Il 30 aprile del 1994 perdeva la vita Roland Ratzenberger, nel tragico week-end di Imola che vide la morte di Ayrton Senna.

Il 30 aprile ed il primo maggio sono due giornate impossibili da dimenticare per qualunque appassionato di motorsport. Il tragico week-end del Gran Premio di San Marino 1994 ha cambiato totalmente la storia della Formula 1, con le morti di Roland Ratzenberger ed Ayrton Senna che hanno proiettato le corse automolistiche verso un presente molto più tranquillo dal punto di vista della sicurezza grazie alle nuove prevenzioni introdotte dall’anno dopo.

Quest’oggi ricorrono 26 anni dalla scomparsa dell’austriaco che guidava la SimtekFord, vera e propria meteora che occupava stabilmente le ultime file dello schieramento. Roland Ratzenberger era nato a Salisburgo il 4 luglio del 1960, iniziando ad interessarsi alle gare automolistiche sin da giovane. Ottenne diversi successi nella Brands Hatch Formula Ford Festival, per poi prendere parte alla 24 ore di Le Mans in ben cinque edizioni, l’ultima nel 1993. Il sogno di Roland, come quello di tutti i giovani piloti, era quello di arrivare nel Circus iridato.

Il tutto si concretizzò nel 1994, quando strappò un contratto con la Simtek accanto a David Brabham. Il debutto arrivò al Gran Premio del Brasile, dove non riuscì a qualificarsi per la gara a causa della scarsa competitività della S941. Ad Aida, nel Gran Premio del Pacifico, prese parte alla corsa e chiuse in undicesima posizione, un risultato di tutto rispetto per la squadra britannica. Roland Ratzenberger aveva i soldi per disputare appena cinque appuntamenti del mondiale, dunque aveva particolarmente fretta di ottenere un risultato che lo facesse notare ai più grandi.

Una nuova occasione era il Gran Premio di San Marino, previsto per il week-end del 29-30 aprile e primo maggio. Nessuno poteva immaginare che quel fine settimana avrebbe sconvolto per sempre il mondo del motorsport, ma sin dalle libere del venerdì l’atmosfere sul tracciato posto alle rive del Santerno si fece cupa. Rubens Barrichello si schiantò con la sua JordanHart alla staccata della Variante Bassa, capovolgendosi ed impattando sulle barriere esterne. Le prove vennero subito interrotte e si temeva il peggio, visto che il giovane brasiliano perse subito i sensi. All’ospedale la situazione migliorò e Barrichello se la cavò una frattura al setto nasale, tagli alla bocca, un braccio rotto ed una costola incrinata.

Le qualifiche del sabato videro la WilliamsRenault di Ayrton Senna e la BenettonFord di Michael Schumacher lottare per la pole position. Il tutto venne interrotto da un crash infernale, con le immagini che inquadrano la Simtek #32 di Roland Ratzenberger disintegrata alla staccata della Tosa. Successivamente si capirà che l’ala anteriore della monoposto si era danneggiata e volò via dalla vettura, causando una perdita di carico aerodinamico che rese impossibile il controllo da parte del pilota ed inevitabile lo schianto contro il muretto della Curva Villeneuve. La gravità della situazione fu evidente sin da subito, con la testa dell’austriaco che veniva sballottata e seguiva tragicamente i movimenti della vettura. I soccorsi furono immediati: a Ratzenberger venne praticato un massaggio cardiaco, per poi trasportarlo d’urgenza tramite elicottero all’Ospedale Maggiore di Bologna.

Roland non riprese più conoscenza e morì poco dopo l’atterraggio nel capoluogo emiliano. Probabilmente, la morte effettiva era avvenuta subito dopo il drammatico impatto contro il muretto. Ayrton Senna si dimostrò molto scosso ed andò proprio alla staccata della Tosa per un sopralluogo, capendo subito quanto fosse grave il fatto appena accaduto. Il tre volte campione del mondo fece la pole position e decise di prendere parte alla corsa, posizionando nell’abitacolo una bandiera austriaca da sventolare a fine gara.

Quel drammo bianco-rosso venne rinvenuto tra i rottami della sua Williams intriso di sangue il giorno seguente, pochi minuti dopo l’incidente del Tamburello che si porterà via il campione più amato, unito a Roland Ratzenberger nel più infausto dei destini.

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