Daniel Ricciardo è una delle grandi delusioni d’inizio 2024 e, mentre il sogno di tornare in Red Bull si allontana, Lawson scalpita.

Il GP d’Australia ha registrato il primo arrivo in zona punti per il neonato team Visa CashApp RB. A portare a casa l’eccellente settima posizione che ha catapultato la squadra in sesta posizione in Classifica Costruttori è stato Yuki Tsunoda, autore di un weekend sontuoso a Melbourne. Il giapponese ha conquistato la Q3 al sabato, mettendosi alle spalle due Aston Martin e una Mercedes, e ha chiuso la gara ottavo prima di essere promosso di una posizione dalla penalità inflitta a Fernando Alonso. Per un fine settimana straordinario da una parte del box, dall’altra ci sono però da registrare le grandi difficoltà di Daniel Ricciardo, ancora una volta sonoramente battuto e sotto pressione.

L’inizio di stagione dell’australiano è stato particolarmente negativo. Il paragone in qualifica con Tsunoda, agli occhi di molti un avversario abbordabile per il Ricciardo dei vecchi tempi, è brutale: un secco 3-0 in favore del giapponese, con un distacco medio di 0.446″ tra i due piloti a parità di condizioni. Sebbene l’annullamento per track limits del giro più veloce in Q1 a Melbourne destabilizzi questo confronto, lo stesso australiano ha ammesso nel ring delle interviste che non avrebbe mai potuto raggiungere i tempi del compagno di squadra nelle porzioni successive della qualifica. Nei tre sabati del 2024, tra l’altro, il distacco è andato a crescere: 0,149″ in Bahrein; 0,461″ in Arabia Saudita; 0,729″ in Australia. E’ ancora presto per individuare dei pattern, ma anche analizzando gli onboard sembra che sulle piste veloci, dove serve grande confidenza nella monoposto, Ricciardo fatichi a estrarre il massimo dalla VCARB01 sul giro secco.

In gara la situazione non migliora granché. Qui il confronto vede Tsunoda in vantaggio per 2-1, ma l’unica affermazione dell’australiano è dovuta all’insensato ordine di scuderia che ha mandato il giapponese su tutte le furie in Bahrein. Il numero 22 è poi riuscito a riprendersi da quella situazione in maniera ineccepibile, mentre Ricciardo ha deluso sia a Gedda, dove è stato anche protagonista di un brutto testacoda, sia a Melbourne, dove al momento dell’incidente di Russell si trovava a più di 21″ dal compagno di scuderia. Un distacco che nemmeno l’ex pilota della McLaren riesce a spiegarsi: “Ci sono stati momenti in cui avevo ritmo, ma devo parlare con gli ingegneri di alcune cose accadute in gara e analizzare i dati per trovare le risposte. La macchina è un’evoluzione rispetto allo scorso anno: non è cambiata molto, quindi non è che all’improvviso è adatta a Yuki e non a me.”

Le dichiarazioni di Ricciardo al termine delle qualifiche e della gara sembrano però iniziare a riecheggiare quelle del desolante periodo in McLaren. Anche nel 2021 e 2022 il pilota di Perth non nascose di non riuscire a reggere il confronto con Lando Norris a livello di cronometro. L’inglese riusciva a portare la vettura di Woking, che necessitava di uno stile di guida molto specifico, ad un livello irraggiungibile da Ricciardo. Come nelle prime gare di questa stagione, peraltro, l’australiano non riuscì ad individuare le cause delle sue performance negative, nonostante il supporto totale e incondizionato della McLaren fino a metà 2022. In RB, il tempo a disposizione dell’australiano potrebbe però essere molto minore vista la presenza molto ingombrante di Helmut Marko.

L’austriaco non ha mancato di sottolineare la necessità che Ricciardo e, in tono minore, Tsunoda alzino il livello delle proprie performance per mantenere un sedile in F1, anche perché Liam Lawson, che lo scorso anno ha sostituito in maniera eccelsa l’ex McLaren dopo l’infortunio al polso, è pronto a subentrare. La famiglia Red Bull ha promesso al neozelandese un ruolo da titolare entro il 2025, e al momento le prestazioni suggeriscono che il principale indiziato a lasciargli spazio sia l’australiano. Imporre Lawson in RB potrebbe inoltre rappresentare un’ulteriore mossa nel contesto della lotta di potere che è in corso all’interno del team campione del mondo: il ritorno di Ricciardo è stato orchestrato da Christian Horner, desideroso di rivederlo di fianco a Max Verstappen, mentre non è un segreto che il rapporto tra Marko e l’australiano non fosse idilliaco quando quest’ultimo ha scelto la Renault nel 2018.

Il sogno di Ricciardo di tornare nel team con cui ha conquistato sette vittorie in F1 sembra quindi allontanarsi sempre di più. Oltre alle prestazioni deludenti, il discreto inizio di campionato di Pérez e la disponibilità sul mercato di piloti del calibro di Alonso e Sainz rende Ricciardo una scelta illogica per la Red Bull. Senza la possibilità di tornare a Milton Keynes, si perderebbe anche il significato della sua presenza in RB, dato che il team di Faenza esiste per allevare i giovani del Red Bull Junior Program. Nonostante i ventuno weekend ancora a disposizione, dal paddock di Melbourne sono già arrivate le prime voci di un ultimatum, con Lawson pronto a sostituire Ricciardo già da Miami. Proprio a Miami, lo scorso anno, Helmut Marko inviò il suo ultimatum a Nyck de Vries. E tutti sanno come è andata a finire.

Foto: Red Bull Content Pool

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