Lewis Hamilton, vincitore del GP del Bahrain, torna a parlare di diritti umani e impegno sociale.

Lewis Hamilton ha conquistato il primo GP di questo 2021 nonostante, almeno per questa gara, non disponesse della migliore vettura in griglia, ma oltre alla pista, si è distinto per alcune dichiarazioni che hanno generano non poche polemiche.

Tutto, stando alle parole di Hamilton, sarebbe nato a novembre, quando in seguito ad alcune lettere ricevute, circa abusi e violenze nello stato, ha scelto di documentarsi:”“Le lettere hanno pesato abbastanza su di me, era la prima volta che accadeva durante uno dei miei viaggi. Così, negli ultimi mesi, mi sono preso del tempo per cercare di istruirmi”.

Da questo le forti dichiarazione del sette volte campione del mondo:”“Non credo che dovremmo andare in questi paesi e ignorare ciò che sta accadendo lì. Arrivare, divertirsi e poi andarsene. I diritti umani, non credo, dovrebbero essere una questione politica“.
Non è la prima volta che Lewis Hamilton si spende in materia di diritti umani, durante la scorsa stagione ha promosso, continua a farlo anche in questa, molte iniziative a favore del “Black lives Matter” inginocchiandosi in segno di protesta ad ogni GP.

Una scelta, la sua, che ha creato diversi attriti nel paddock, diversi sono infatti stati i piloti che, non inginocchiandosi, hanno ricevuto critiche da parte dell’alfiere di casa Mercedes.

Le parole che l’inglese rivolge al Bahrein sono lapidare verso uno stato che è stato più volte accusato di “sportswash”, cioè di propendere ad utilizzare le manifestazioni sportive, come la F1, per proiettare verso l’esterno un immagine positiva.

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