Il caos sui track limits durante il GP del Bahrein ha portato il Direttore di Gara a chiarire l’interpretazione dei regolamenti da parte dei commissari.

Come spesso accade, in F1 il primo Gran Premio della stagione coincide con la prima, grande controversia del campionato. La gara in Bahrein di domenica scorsa, vinta magistralmente da Lewis Hamilton, ha proseguito questa tradizione, dato che a fine evento si è incendiato il dibattito sulla questione dei track limits. L’episodio scatenante è stato il sorpasso realizzato a tre giri dalla fine da Max Verstappen all’esterno di Curva 4 nei confronti dell’inglese, ma avvenuto mettendo tutte le ruote fuori dalla pista e perciò punito costringendo l’olandese a restituire la prima posizione. Fin qui nulla di strano, dato che sorpassare al di là della linea bianca non è consentito. Tuttavia, ciò che ha fatto storcere il naso è stata la gestione complessiva dei track limits, ignorati fino a metà gara (come previsto, a meno che un pilota non guadagnasse eccessivamente, nelle note del Direttore di Gara) e poi improvvisamente monitorati.

Inevitabilmente (e giustamente), la direzione gara e la FIA hanno subito grandi critiche per la mancanza sia di chiarezza sia di uniformità nella scrittura e nell’applicazione di una norma molto semplice come quella dei limiti della pista. Qualche ora dopo il Gran Premio del Bahrein, come di consueto, ha parlato proprio il Direttore di Gara Michael Masi, che ha spiegato l’interpretazione della Federazione e dei commissari. Queste le sue parole: “Per quanto riguarda la tolleranza verso le violazioni dei track limits in Curva 4 durante la gara, ne abbiamo fatto menzione molto chiaramente nel briefing con i piloti e nelle note. In essi abbiamo sottolineato che non sarebbero stati monitorati in termini di tempo sul giro in sé per sé, mentre è e sarà sempre controllato, in conformità al il Regolamento Sportivo, se si ottiene un vantaggio considerevole nell’arco della gara”.

“Durante la gara non è cambiato nulla.” – ha proseguito Masi – “In quella curva c’erano due dei nostri a controllare ogni vettura ad ogni passaggio, e in pratica tutte le macchine tranne una stavano facendo la cosa giusta, come ci aspettavamo. A volte qualche vettura perdeva il posteriore o finiva fuori i limiti del circuito, ma il fatto non si è ripetuto regolarmente”.

Infine, il Direttore di Gara ha rivelato di essere intervenuto personalmente in occasione del sorpasso fuori pista di Verstappen, ordinando alla Red Bull di restituire la posizione: “Questo caso è chiaramente diverso da quello di cui ho parlato in precedenza […]. Se una vettura ottiene un vantaggio consistente compiendo un sorpasso fuori dalla pista, io devo comunicare via radio al team che la posizione deve essere immediatamente restituita. Tutto ciò è ben chiaro. La Red Bull ha immediatamente ricevuto le mie istruzioni e, in conformità al Regolamento Sportivo, ha provveduto a dare l’ordine a Max. La questione non riguarda l’andare oltre i limiti della pista, bensì il guadagnare un vantaggio importante attraverso un sorpasso finalizzato mettendo tutte e quattro le ruote fuori dal tracciato. Se il team avesse scelto di disobbedire al mio ordine, i commissari avrebbero esaminato il caso. Generalmente viene inflitta una penalità di 5 o 10 secondi“.

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