Pérez porta a casa il quinto trionfo in carriera a Gedda davanti ad un Verstappen bravo e fortunato. Terzo Alonso, poi Mercedes e Ferrari.

La Red Bull pare davvero imbattibile. Anche in Arabia Saudita la scuderia di Milton Keynes porta a casa una grande doppietta, sbaragliando la concorrenza anche con l’aiuto della dea bendata. A vincere stavolta è Sergio Pérez, autore della Pole Position, che non si è scomposto dopo aver perso la leadership in partenza ai danni di Fernando Alonso. Il messicano ha recuperato la prima posizione al quarto giro, dominando la gara da lì in poi e resistendo al tentativo di rimonta di Max Verstappen, protagonista della prima metà di gara. L’olandese ha pazientemente superato gli avversari meno veloci fino all’uscita della Safety Car, che lo ha favorito e lo ha catapultato dal settimo al quarto posto. Da lì il campione del mondo ha sorpassato un ottimo George Russell, quarto al traguardo, e Alonso, che completa il podio. Verstappen ha inoltre conquistato il punto del giro veloce all’ultimo giro, conservando così il primo posto in Classifica Piloti.

Quinto Lewis Hamilton, anche lui favorito dalla Safety Car che gli ha permesso di montare le gomme medie e sorpassare Carlos Sainz, costretto a montare le hard. Deludono le due Ferrari, anche sfortunate a causa del timing della Safety Car: lo spagnolo chiude davanti a Charles Leclerc, autore di un’eccellente rimonta nel primo stint. Le due Alpine di Esteban Ocon e Pierre Gasly e la Haas di Kevin Magnussen, che ha superato Yuki Tsunoda nelle battute finali, chiudono la zona punti. Seguono il giapponese, Hulkenberg, Zhou, de Vries, Piastri, Sargeant, Norris e Bottas. Ritirati Albon e Stroll.

Sulla griglia di partenza, a pochi minuti dal via, i meccanici della Red Bull lavorano sull’anteriore della RB19 di Verstappen a causa di una perdita di fluidi comunicata dall’olandese via radio e prontamente risolta dalla scuderia di Milton Keynes. Hamilton è l’unico della top ten a partire sulle gomme dure, così come Sargeant, mentre Leclerc opta per le soft come Norris. Tutti gli altri montano gomma media. In partenza Alonso scatta perfettamente e supera Pérez, ma viene immediatamente penalizzato di cinque secondi per essere partito fuori dalla piazzola in griglia, come Ocon in Bahrein. Piastri danneggia l’ala anteriore in un contatto con Gasly, mentre Stroll realizza una manovra da cineteca su Sainz in Curva 13 per prendersi la quarta posizione. Leclerc recupera tre posizioni, mentre Verstappen sale in tredicesima piazza. Anche Norris deve fermarsi dopo aver raccolto i detriti della vettura del compagno di squadra

Al giro 4 Pérez si riprende la leadership del Gran Premio in staccata di Curva 1, bloccando l’anteriore sinistra ma riuscendo a non andare lungo. Lo spagnolo rimane tuttavia sotto il secondo di distacco e mette pressione al messicano. Nel frattempo, Verstappen si libera delle due Haas ed iniziano a formarsi dei trenini DRS: Russell-Stroll-Sainz e Hamilton-Gasly- Leclerc. Al giro 7 Leclerc si sbarazza di Gasly con una grande manovra alla prima staccata ed inizia l’inseguimento ad Hamilton, che fatica sulle dure e viene sorpassato due tornate dopo. Dopo aver passato Zhou, Verstappen si accoda all’inglese e a Gasly, liberandosene facilmente e mettendosi all’inseguimento di Leclerc al giro 12. In vetta Pérez allunga su Alonso, il quale accumula rapidamente più di cinque secondi su un miracoloso Russell, terzo. A centro gruppo iniziano la sequenza dei pit stop le Haas e le Alfa Romeo.

Leclerc continua la sua grande rimonta superando anche Ocon alla tredicesima tornata, al termine della quale Stroll si ferma molto anticipatamente dopo una finta della Ferrari di Sainz, che resta fuori e allunga lo stint fino al quindicesimo giro. Lo spagnolo riesce nell’overcut sul canadese dopo una sosta perfetta da parte dei meccanici della Rossa e un ottimo in-lap. Al giro successivo Leclerc, prossimo ad essere sorpassato da Verstappen, si ferma, così come Ocon. Al giro 17 cambiano le sorti della gara: Stroll, dopo una buona prestazione, è costretto a fermarsi nella via di fuga di Curva 13. La Safety Car viene chiamata fuori, permettendo a tutti coloro che non si sono ancora fermati di ottenere una sosta gratuita: Pérez, Alonso, Russell, Verstappen ed Hamilton effettuano il pit stop, e ad essere beffate sono le Ferrari.

Al giro 20, alla ripresa della corsa, Pérez è il leader della corsa davanti ad Alonso, Russell, Verstappen, Sainz, Hamilton, Leclerc, Tsunoda, Ocon e Gasly. L’olandese e il giapponese sono senza dubbio i piloti che hanno tratto maggior giovamento dalla fuoriuscita della vettura di sicurezza, mentre Leclerc, anche a causa di una comunicazione errata da parte dell’ingegnere di pista, è senza dubbio il più danneggiato. Alla ripartenza Hamilton sfrutta al meglio il grip delle medie per sorpassare Sainz in trazione in uscita di Curva 2: l’inglese si unisce alla lotta con Russell e Verstappen, che impiega qualche giro ad avere la meglio del numero 63 e di Alonso. A metà gara il campione del mondo raggiunge quindi la seconda piazza e si mette all’inseguimento del compagno di squadra, lontano 5.5″.

Dietro alle Red Bull la lotta per l’ultimo gradino del podio è apertissima tra Alonso, le Mercedes e, più distanti, le Ferrari. Al giro 27 Albon rallenta e si ritira per un problema ai freni, mentre le due Red Bull lottano per la vittoria scambiandosi giri veloci con differenze sul filo dei centesimi. Man mano che i distacchi si ampliano o si stabilizzano, la gara scivola via senza particolari sussulti fino al giro 37, in cui Verstappen denuncia via radio qualche problema tecnico e perde un secondo da Pérez. Anche il messicano riporta un piccolo problema di affidabilità al pedale del freno poco dopo, ma ciò non gli impedisce di portare a casa la vittoria con cinque secondi di vantaggio su Verstappen e ben venti su Alonso.

Foto copertina: Red Bull Racing Twitter

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