Le Ferrari si sono confermate le grandi favorite ma hanno faticato nella prima parte del long run. Bene Verstappen mentre le Mercedes soffrono sul giro secco.

Il venerdì del Gran Premio del Messico si è concluso e la Ferrari ha rispettato le premesse della vigilia. Sebastian Vettel e Charles Leclerc si sono piazzati in prima e terza posizione, a bordo di una SF90 che sembra essersi ben adattata alle caratteristiche della pista dedicata ai fratelli Rodriguez. Il tedesco appare in netta ripresa e dopo la pole di Suzuka la conferma è arrivata oggi, avendo rifilato quasi mezzo secondo al compagno di squadra. Tra i due alfieri di Maranello s’è infilato Max Verstappen sulla Red Bull targata Honda, sintomo di una competitività che è ormai una costante dell’olandese sul tracciato messicano.

A deludere maggiormente sono state le Mercedes, anche se correre in altitudine ha sempre messo in difficoltà le frecce d’argento nel biennio passato. Valtteri Bottas e Lewis Hamilton sono staccati rispettivamente di sei decimi e di un secondo, ma hanno leggermente invertito il trend sul passo gara. Da questo punto di vista il vantaggio del Cavallino è decisamente diminuito, specialmente per quanto riguarda Leclerc. Il pilota della Ferrari è stato in enorme difficoltà con la mescola Soft, sulla quale si è formato sin da subito un pesante graining.

Di questo fenomeno hanno sofferto un pò tutti, ma il monegasco ne è stato la vittima preferita alzando le proprie prestazioni anche di un secondo tra un giro e l’altro. La rossa è decisamente migliorata nel finale di sessione, quando la benzina è diminuita. A quel punto Vettel ha montato le rosse, mentre Leclerc ha puntato sulle medie. Entrambi sono stati competitivi, ma Charles ha commesso un errore andando in testacoda nel settore centrale. Questo indica che il giovane talento è molto al limite e che ci sarà da lavorare duramente nella notte per sistemare il setup, mentre sulla Ferrari del tedesco sembra quasi tutto in regola.

Guardando agli avversari, la Mercedes è apparsa fuori combattimento per quanto riguarda la qualifica, mentre potrà giocarsela perfettamente in gara. Si tratta di un’inversione di tendenza rispetto al passato in Messico, visto che il team di Brackley riusciva sempre a giocarsi le proprie carte in prova per poi accusare distacchi pesantissimi alla domenica. Hamilton è stato molto competitivo nel primo stint, confermandosi anche in seguito anche se lui stesso ha accusato un vistoso graining specialmente all’anteriore. La sensazione è che le temperature fredde aiutino molto la diffusione di tale fenomeno, dal quale Mercedes e Red Bull appaiono meno colpite rispetto alla Ferrari.

 

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