Dall’America all’Asia, da Montreal a Baku. In pochi giorni la Formula 1 si muove di migliaia di kilometri per fare tappa in Azerbaijan, dove sul circuito cittadino ricavato nelle strade della capitale si correrá domenica il Gran Premio d’Europa, curiosamente disputato in un paese che peró non fa parte.
Cittá che unisce tradizione e modernitâ, Baku ospiterâ una gara particolare sotto molti punti di vista: tecnici, logistici e sportivi. Dal punto di vista tecnico il tracciato esprime la doppia anima della cittá, con le caratteristiche di un circuito cittadino (curve strette, passaggi tortuosi e muri sempre in agguato), affiancando alla parte guidata nella parte vecchia della cittâ un rettilineo infinito (il piú lungo del campionato con i suoi 2,2 km) che porta sulla parte finale del tracciato nella parte piú moderna della cittá e su cui le vetture, con la potenza del turbo, raggiungeranno senza difficoltá velocitá impressionanti.
La difficoltá logistica é quella che invece ha richiesto a tutta la stampa una doppia trasferta mica da ridere, dal Canada all’Azerbaijan nel giro di 36 ore e a migliaia di km e a svariati fusi orari di distanza. Scelte discutibili nel calendario a parte é questa la bellezza di questo lavoro ed é anche questo che ci fa amare ció che facciamo.
Dal punto di vista sportivo c’é la Mercedes con valori ribaltati rispetto all’inizio dell’anno: il pilota in forma é Hamilton, quello al momento un po’ sperduto é Rosberg. La Red Bull, ridimensionata e battuta dalla Ferrari nella scorsa gara cerca conferme. Poi appunto ci sono le Rosse. Quello che ancora le manca non é piú la prestazione, ma la vittoria; non é infatti arrivata nemmeno in Canada dove pareva alla portata. Ma le dichiarazioni della squadra basate sui dati in loro possesso, seguite al secondo posto di Montreal, hanno peró ribadito che non c’erano le condizioni per tentare la sosta singola come fatto da Hamilton, tradotto:non avremmo vinto comunque. Se quanto di buono fatto vedere lo scorso weekend in termini di competitivitá in qualifica e velocitá in gara sará confermato lo vedremo qui a Baku, tracciato cittadino ma velocissimo, in cui trazione e velocitá saranno ugualmente importanti. La Ferrari ha dimostrato di avere ritrovato l’una e consolidato l’altra, merito del nuovo gruppo turbocompressore della power unit che ha migliorato l’erogazione della potenza e l’uscita dalle curve, mentre la geometria della sospensione posteriore ridisegnata ha permesso di interpretare al meglio l’utilizzo delle gomme per portarle in temperatura piú velocemente.
Per questo qui a Baku é attesa una prova importante da parte della squadra; in un campionato cosí lungo é fondamentale “essere sempre lí e continuare a lottare” come ripete lo stesso Arrivabene, ma le gare passano (questa é l’8^) e il buon risultato non basta piú, bisogna puntare al bersaglio grosso. Che é alla portata, basta crederci e rischiare, per non essere solo veloci “quasi come la Mercedes”. Vediamo se la Rossa riuscirá a inserirsi nella lotta interna alla due Frecce d’Argento per la leadership della classifica piloti, ormai quantomai corta con Roberg in vantaggio di soli 9 punti su Hamilton.
Di Stefano De Nicoló