Sta riuscendo quasi perfettamente la strategia di Jean Todt, coadiuvato da un esitante Ecclestone, strategia che potremmo definire Machiavellica, gli obiettivi erano e sono almeno tre e raggiungerli poteva essere facile ma anche controproducente, solo il tempo ci dirà come andrà a finire, però intanto dobbiamo dire che il primo obiettivo è stato ampiamente portato a termine e parlo dell’attenzione che i media riservano al GP di Abu Dhabi, sì perché, diciamolo francamente, oramai tutti sono in Ferie, Hamilton ha vinto il Mondiale, Rosberg è secondo, la posizione di Vettel è intoccabile, quale doveva essere l’interesse per il ricco GP nel deserto, la lotta per il 4° posto tra Raikkonen e Bottas? Non credo proprio, era palpabile in questi giorni come ci fosse una inevitabile mancanza di attenzione per la Formula Uno, bastava osservare bene i telegiornali, i social network e la carta stampata; il calo di audience che ha colpito la tv già da tempo stava contaminando tutta la comunicazione trascinandola giù come in un buco nero. Poi Napoleone-Todt ne inventa una delle sue, irritato dal veto posto da Mercedes e Ferrari che, giustamente, non vogliono svendere le loro costosissime Power Unit, che sempre il buon Jean ha voluto, il Francese ha deciso di mettere sotto inchiesta i propulsori ibridi di entrambi i Team, in particolare quella di Vettel del GP di Singapore e quella di Hamilton del GP USA dove entrambi hanno vinto; la verifica sarà quella di controllare che durante l’uso dei Tokens non si sia barato montando pezzi che non erano compresi nello sviluppo; il tutto con una prova a ‘cielo aperto’ di tutti i componenti meccanici che verranno smontati pezzo per pezzo e messi sotto lente d’ingrandimento.
Con questa iniziativa di fatto Todt mette sotto pressione i due Team per farli scendere a compromessi e quindi essere più malleabili nell’accettare di fornire delle Power Unit che abbiano un costo di 12 mln invece dei 20 attuali; una forma di ‘estorsione’ degna più di un Politico scaltro che di un Presidente di una Federazione Sportiva; ora lasciamo perdere le considerazioni per la persona, che sta lentamente perdendo la stima di tutti all’interno del Circus (ed anche fuori), ma andiamo a capire se sotto c’è qualcos’altro; basandoci su questa uscita in stile Machiavellico sembra ovvio che bolle in pentola un terzo scopo, perché sembra ovvio che sia Mercedes che Ferrari non svenderanno i loro capolavori ingegneristici per 4 soldi o per un vile, quanto probabilmente, inutile ricatto, il vero scopo, a parer mio, è quello di far entrare in lizza i motori convenzionali (ICE) dal 2017, andando così palesemente incontro alle esigenze della Red Bull, che non vede l’ora di avere un propulsore di facile installazione e con meno componenti, così da sfruttare i propri punti di forza, telaio ed aerodinamica. Ma davvero bisogna bersi la versione secondo cui Mercedes avrebbe dato le Power Unit a Red Bull con un accordo siglato con una stretta di mano? Per poi subito dopo precipitarsi a dare il benservito alla Renault? Senza un contratto di fornitura firmato? Con il rischio di ritrovarsi col cerino in mano quindi senza un motore valido per tutta la stagione 2016 e con rapporti diventati molto delicati col fornitore Francese; non so voi ma tutta questa storia non mi quadra affatto, penso invece sia stata una forzatura per arrivare a tutto questo, in pratica a rinnegare una scelta ecologica il cui scopo era e dovrebbe essere quello di salvare l’Umanità dall’inquinamento dei veicoli terrestri; e a questo punto viene da pensare che in quella scelta non c’era proprio niente di ‘green’, c’era invece la volontà di accontentare un Costruttore che aveva già pronta tutta la tecnologia necessaria per vincere senza troppi affanni, come poi è accaduto.
Alla fine rimane una sola considerazione il nostro amato sport è in declino, non solo perché non ci sono più Piloti con Carisma, non solo perché le gare sono noiose, non solo perché le regole e i motori sono difficili da capire, ma soprattutto perché il denaro ed il potere hanno preso il sopravvento sullo sport, lo sport non si dovrebbe piegare alle volontà di questo o quell’altro competitor, le regole non devono essere una bandiera da far sventolare nella direzione desiderata perché è proprio così che si perde credibilità ed è così che il pubblico si disinnamora della Formula Uno. Già gli scandali e le varie decisioni politiche ed affaristiche hanno rovinato tante altre discipline molto più popolari, figuriamoci una competizione così tecnica e ‘complicata’, la gente, le persone comuni, faticano a capire cosa sta accadendo e sono disorientate, non tutti sono addetti ai lavori e comprendono un mondo che era affascinante e suggestivo, adesso vedono solo tanta confusione, e le ultime decisioni di Jean Todt non fanno altro che far sprofondare la F1 in un turbine dal quale sarà difficile uscire senza danni.
Ora voglio dire che controllare i motori è una cosa giusta ed anzi auspicabile, ma lo si potrebbe fare in silenzio e senza tanti proclami, e poi, perdonatemi, perché non si controllano con la stessa solerzia le benzine, le gomme, tutti i componenti meccanici e soprattutto i software? Come mai non si parla più da anni di traction-control che sulle moderne Power Unit sarebbe ancor più facile attuare rispetto alle vecchie vetture? C’è veramente qualcosa che non va se si deve arrivare ad uno scontro diretto tra una Federazione che vorrebbe obbligare un Team, un Costruttore, a vendere un prodotto al prezzo che essa desidera, e per farlo cerca di attuare tutto quanto è in suo potere calpestando le più elementari regole dello sport e della gestione economica di un’Azienda, se non fosse la realtà direi sia tutto un sogno, purtroppo invece è l’amara verità di una competizione che è al completo collasso…

Marco Asfalto

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