Un Gran Premio di una (probabile) importanza storica per la Formula Uno: Max Verstappen, diciottenne olandese figlio dell’ex pilota Jos, al suo esordio al volante di una vettura oggi veramente competitiva come la Red Bull, conquista il suo primo successo in carriera, diventando il più giovane pilota vincitore di Gran Premio.
Anche grazie al clamoroso “patatrac” iniziale confezionato dalle due Mercedes, con Rosberg che, spingendo fuori pista Hamilton, se lo ritrova poi “piantato sul suo retrotreno, rovinando così la gara di entrambi.

Manovra azzardata del tedesco, che non lascia lo spazio al compagno inglese: ma non sembra dello stesso avviso Niki Lauda,


che riversa tutte le colpe sul campione del mondo uscente, le cui dichiarazioni, a questo punto, fanno pensare su quale sia il “cavallo vincente” scelto da Mercedes per arrivare al titolo… Seguiranno sicuramente ulteriori, polemici aggiornamenti sulla vicenda…
Ma è giusto oggi celebrare soprattutto l’impresa di un ragazzo che soltanto venerdì ha scoperto in pista le caratteristiche della sua nuova monoposto,

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e che è riuscito con autorevolezza (ed una strategia più favorevole, va detto) sia a mettersi davanti all’autorevole e velocissimo “caposquadra” Daniel Ricciardo, sia a rintuzzare gli attacchi di un Campione del Mondo come Kimi Raikkonen, che, nonostante una Ferrari più veloce della vettura austro-inglese, perdeva nelle ultime curve prima del rettilineo principale quei metri fondamentali per sopravanzare il giovanissimo rivale.
Ferrari che oggi, sicuramente, ha perso una grande occasione: fuori le Mercedes, sarebbe stata, di norma, la macchina più autorevolmente accreditata per la vittoria, ma gli errori d’assetto maturati nel venerdì di prove libere (e solo in parte mitigati dagli interventi effettuati sulla vettura di Raikkonen al sabato mattina) han fatto sì che Raikkonen, nel terzo settore del tracciato (quello dov’è richiesta una trazione perfetta), accumulasse quel ritardo piccolo ma “fatale” per le sue ambizioni di successo. Lo stesso (anzi, anche peggio) dicasi per Sebastian Vettel: la sua vettura è sembrata avere un comportamento sugli pneumatici (in particolare sulle Medium White) pure peggiore di quello della vettura gemella, e sul finale ha corso il rischio della “beffa”, subendo un sorpasso da un Daniel Ricciardo (poi rintuzzato per via del dritto in frenata dell’australiano) che aveva adottato una strategia “più lunga” rispetto alle sue tre soste (i primi due, invece, si sono fermati una volta in meno). L’”aussie” ha poi dovuto demordere proprio al penultimo giro a causa di una foratura ( con annesso dechappamento)

 

sulla posteriore sinistra, riuscendo comunque a conservare il quarto posto.
Dietro, con distacchi notevoli (quello finale di Ricciardo è dovuto alla foratura), concludono Bottas, Sainz (che ad inizio gara s’era trovato perfino terzo), Perez (su una Force India che non sente la crisi “giudiziaria” del suo proprietario), Massa (che con una gara in rimonta porta la sua Williams in zona punti), Button (ottimi punti per la McLaren i suoi; ritirato, invece, il compagno Alonso per problemi alla Power Unit Honda) e Kvyat (che al penultimo giro, da doppiato, ha consumato la sua “piccola” vendetta personale ricuperando Ricciardo mentre accusava i principi della foratura).
Ma terminato questo capitolo della stagione 2016 se ne apre già un altro, con i test della prossima settimana su questo stesso circuito di Barcellona, dove capiremo se i problemi d’assetto odierni della Ferrari saranno stati un episodio sporadico oppure qualcosa di più “profondo”…

di Giuseppe Saba (Twitter: saba_giuseppe)

 

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