In un’Austria piena di colpi di scena due gli elementi emersi: i problemi d’affidabilità della Mercedes e i dubbi sulla gestione gomme delle vetture (blistering per tutti tranne che per Ferrari).
E a Silverstone torneranno le “gomme ribassate” della discordia…

Dopo le qualifiche, è sembrato di vedere, oggi, un altro mondo in scena sul circuito del Red Bull Ring.
Temperature asfalto prossime ai 50° e gomme Pirelli “standard” ci hanno mostrato, forse, quello che sarebbe potuto accadere in Spagna e Francia senza gomme a battistrada ridotto.

Mercedes con grossi problemi di blistering, e solamente le due Ferrari e la Red Bull di Verstappen (oggi meritatamente vincitore, bravissimo nel “correre con la testa” e gestire al meglio gli pneumatici, molto meglio del compagno Ricciardo, con solo la macchia della “ruotatina” nelle prime fasi di gara a Raikkonen) a riuscire a concludere la gara con gomme Soft senza doversi fermare ulteriormente.

Segno che la questione sicurezza, portata da Pirelli per giustificare la scelta di gomme a battistrada ribassato di 0,4mm per le gare di Barcellona, Paul Ricard e (la prossima) di Silverstone forse era eccessiva.
E’ compito dei team infatti fermare il pilota ai primi segni di blister (e qui erano abbastanza evidenti, non solamente interni come quelli menzionati da Pirelli) senza creare pericolo (in primis il blister fa rallentare il ritmo), e abbiamo visto che le gomme, a differenza di quelle di Silverstone 2013, non hanno mai dato segni di cedimento improvviso.

Introdurre cambiamenti in corso di campionato è sempre pericoloso, perché si rischia d’alterare i valori in campo. E, visto l’esito della gara odierna, i dubbi in tal proposito aumentano.

Altro principale elemento emerso da questa gara i dubbi sull’affidabilità delle Mercedes.
Le W09 montavano qui sia gli ultimi aggiornamenti aerodinamici (che hanno indubbiamente portato un vantaggio nel giro secco, che analizzeremo dopo), che la nuova Power Unit, definita “Phase 2.1”, introdotta in Francia sette giorni fa.

E che già lì si erano accesi dei campanelli d’allarme sull’affidabilità, con le perdite idrauliche accusate da Bottas e dalla Force India motorizzata “Stella d’Argento”.
Problemi che sul Paul Ricard avevano consigliato il muretto Mercedes a far ridurre il ritmo a Lewis Hamilton.
Cosa avvenuta pure qui, fino a quando non è arrivato il problema (pressione benzina) che ha costretto l’iridato in carica al ritiro (problema idraulico e cambio bloccato invece le ragioni del ritiro di Bottas).

Molti indizi fanno una prova, e ora in Mercedes dovranno analizzare attentamente il tutto per non incorrere in ulteriori, dannosissimi in ottica mondiale, doppi ritiri.

Sul discorso prestazionale prima accennato, sembra che Mercedes abbia compiuto un importante passo avanti su Ferrari, tornando ad essere la vettura più performante in qualifica.

Qui abbiamo potuto vedere in particolare come, su una pista che porta al sottosterzo, la più “neutra” Ferrari è stata più sottosterzante della “tendente al sovrasterzo” Mercedes.
In particolare, nelle curve più veloci (che vedremo in gran numero a Silverstone), Mercedes mostrava un vantaggio consistente in fatto di inserimento anteriore e stabilità del retrotreno, riuscendo a portare maggior velocità nei successivi allunghi (un vantaggio di quasi 3 decimi nel breve terzo settore del circuito austriaco).

Inoltre, la nuova pu anglo-teutonica sembra aver privilegiato maggiormente la prestazione in qualifica, al contrario di Ferrari, che ha lavorato sulla sfruttabilità della massima potenza disponibile più a lungo e con minori esigenze di fuel-saving.

Solo una settimana e le monoposto saranno nuovamente in pista.
A Silverstone, tracciato “amico”, date le caratteristiche del tracciato (tante curve veloci) e delle gomme scelte da Pirelli (quelle a battistrada ribassato e nei compound più duri del lotto), Mercedes cercherà un rabbioso riscatto.

Ma attenzione alle temperature ambientali, che si annunciano molto elevate, e che potrebbero giocare a favore di Red Bull e, soprattutto, Ferrari.

di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)

 

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